l’integrazione a tavola

Oltrisarco, indovina chi ... prepara la cena?

BOLZANO. Come nel celebre film di Stanley Kramer con Spencer Tracy e Sidney Poitier, quale modo migliore di sedersi insieme a tavola per conoscersi e superare reciproche diffidenze? È l’idea di un...


di Angelo Carrillo


BOLZANO. Come nel celebre film di Stanley Kramer con Spencer Tracy e Sidney Poitier, quale modo migliore di sedersi insieme a tavola per conoscersi e superare reciproche diffidenze? È l’idea di un gruppo di abitanti di Maso della Pieve (un rione molto attivo sul fronte dell’integrazione e del “fare” comunità), che a cadenza regolare organizza delle cene, dove l’invitato (che arriva da un altro Paese), si mette ai fornelli e cucina per tutti, svelando la ricetta passo dopo passo.

Questi appuntamenti - la rassegna si chiama non a caso “Cucine senza confine” - sono aperti a tutti, basta confermare la propria presenza al numero 324-7947558. Pochi giorni fa è andata in tavola la cucina senegalese.

Il Senegal è presente a Bolzano con una piccola e laboriosa comunità inserita in molte delle attività commerciali e produttive della città. Una presenza integrata, ma orgogliosa delle proprie origini, che come sempre succede, si esprimono in primo luogo nel linguaggio universale delle tradizioni gastronomiche e della cucina tradizionale. Sono numerosi i bolzanini appassionati, o semplicemente curiosi, che amano la cucina etnica e stanno scoprendo i sapori africani di cui proprio il Senegal è uno delle principali e più apprezzate fucine. La cucina senegalese è infatti considerata tra le migliori di tutta l'Africa: ed è caratterizzata dalla combinazione di una miriade di alimenti e spezie.

Un insieme di sapori, odori e colori che la rendono ricca e variegata. Si passa dalle deliziose melange di verdure a succulenti piatti di pesce, il mafé, spezzatino condito con pasta d'arachidi, (la carne può essere sostituita dalle verdure); il yassa, carne marinata in succo di limone. Proprio a questa specialità delle feste e delle occasioni speciali è stata dedicata nei giorni scorsi la serata organizzata dall’associazione Vispa Teresa in via Maso della Pieve 60. Uno degli appuntamenti dell’iniziativa “Cucine senza confine” che proseguirà il 19 ottobre con una serata di cucina marocchina e il 9 dicembre con un appuntamento dedicato alla pasticceria sempre del Marocco.

A cucinare il saporito piatto nazionale senegalese e a svelarne il segreti è stato Oumar Kande, traduttore, ma anche grande appassionato di cucina. Circa 20 i partecipanti alla lezione di cucina senegalese per imparare a cucinare il yassa «che è il piatto più buono del mondo», afferma orgoglioso Kande – certamente una ricetta speciale e completa a base di riso con patate e cipolle e carne. Di solito pollo, ma anche pesce o carne di montone. Il Yassa può essere gustata anche senza carne in versione vegetariana, ma di solito viene accompagnato da pollo stufato, anche se ci sono diverse varianti che propongono anche carne rossa o pesce. «Non è difficile da preparare, ma ci sono tanti ingredienti e diverse preparazioni che vanno poi impiattate insieme», spiega ancora Kande. Il Yassa viene servito come molte specialità senegalesi su un largo vassoio, con il riso sotto, e le verdure in alto, dando molta importanza a come si presenta. Si posa il vassoio su una stuoia sul pavimento e la famiglia si siede tutt’intorno. Non vengono usate le posate, ma si mangia con la mano destra, raccogliendo con le dita un po' di riso, appallottolandolo fino a formare delle specie di polpette e portandolo in bocca.

Tuttavia, quando ci sono ospiti europei viene solitamente offerto loro un cucchiaio. Il pesce, la carne e le verdure vengono spezzettati dalla padrona di casa. Per gli abitanti del Senegal il pranzo rappresenta un momento importante di condivisione, solidarietà e incontro, che si esprime nel mangiare tutti insieme. Attraverso il linguaggio universale del gusto.













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