Ora lo Stato chiede l’Irpef agli studenti per le borse di studio
BOLZANO. Una spada di Damocle sospesa sulla testa degli studenti altoatesini. Precisamente quelli al più alto livello accademico, quello del dottorato di ricerca. Da un momento all'altro, infatti, i...
BOLZANO. Una spada di Damocle sospesa sulla testa degli studenti altoatesini. Precisamente quelli al più alto livello accademico, quello del dottorato di ricerca. Da un momento all'altro, infatti, i giovani cervelli potrebbero essere chiamati a restituire seimila euro sull'unghia all'Agenzia delle entrate italiana per un digsuido con... l'Agenzia delle entrate di Bolzano.
O perlomeno questo è l'allarme lanciato dall'associazione di supporto allo studio Asus e dal sindacato Asgb.
A spiegare i motivi di quello che sembra a tutti gli effetti un cortocircuito tributario è il responsabile di Asus Martin Fink. «Nel 2012 gli studenti iscritti ai dottorati di ricerca hanno fatto richiesta di borsa di studio all'ufficio competente della Provincia. Hanno ricevuto circa novemila euro a testa per anno: è la cifra massima perchè il più delle volte si tratta di ragazzi che non hanno un reddito». Il problema è proprio che lo hanno ricevuto dalla Provincia. «Sì, perchè di solito in Italia questo tipo di contributi vengono elargiti dalle Opere Universitarie e, in virtù di questo meccanismo, sono esentate dal pagamento dell'Irpef». Una differenza che nel 2012 aveva già allarmato l'Asus. «Sì, abbiamo chiesto una consulenza all'agenzia delle entrate di Bolzano chiedendo se anche l'ufficio provinciale potesse essere equiparato alle Opere Universitarie per l'esenzione. La risposta, su un documento, è stata positiva». Peccato che Roma la pensi in modo diverso. «L'interpretazione statale è quella di escludere l'ente pubblico da questa agevolazione. L'Irpef sulle borse di studio incide per il 25%, quindi circa 2.000 euro l'anno. Di fatto le famiglie rischiano di trovarsi di colpo a dover sostenere una spesa di 6.000 euro. Francamente troppi».
Pronte, comunque, le contromisure. «Abbiamo già fornito all’agenzia delle entrate statali la carta fornitaci dalla sezione di Bolzano. Il passo successivo sarà quello di chiedere l’equiparazione ufficiale della Provincia o fornire anche il nostro territorio di un’Opera Universitaria». (a.c.)
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