Orari tra funicolare e bus sale la protesta a Caldaro

Sotto accusa la diversa cadenza delle coincidenze per Bolzano introdotta da poco Si profila un ulteriore peggioramento con l’anticipo dell’ultima corsa del trenino


di Ezio Danieli


CALDARO. Disagi seri, da diversi giorni di questo mese di settembre, per numerosi pendolari della zona della Mendola e di Caldaro: a innescare i disagi, appunto, e a scatenare mugugni e proteste, è stato il nuovo orario dei mezzi di trasporto pubblico. La mutata cadenza delle corse, infatti, ha creato numerose difficoltà che sono legate anche ad alcune decisioni prese dalla Provincia. Queste in particolare sono da attribuire anche, e non solo, alla contestata settimana corta istituita nelle scuole di Bolzano.

Il problema principale è quello che ha origine alla stazione a valle della funicolare che da Sant'Antonio, frazione di Caldaro, sale alla Mendola. Da lì partivano, fino al 2 settembre, diversi pullman di linea del trasporto pubblico diretti a Bolzano. Erano evidentemente comodi e raggiungevano senza problemi il capoluogo altoatesino. Ora questi pullman non ci sono più: la Provincia ha preferito potenziare la linea che da Termeno sale a Caldaro e quindi riparte alla volta di Bolzano, ma mutando evidentemente cadenze e orari. Forse è una prova generale del metrobus, fatto sta che chi arriva con la funicolare non trova più la coincidenza, comoda e diretta, per il capoluogo altoatesino. E adesso è costretto a camminare per una decina di minuti fino in piazza Toggenburg, dove c'è la fermata del pullman che arriva da Termeno.

Finora, sono in molti a riflettere, è andata tutto sommato bene, al di là della scomodità, ma la situazione è destinata fatalmente a peggiorare non appena le condizioni meteo saranno quelle tipiche di autunno o, peggio ancora, dell'inverno. Le alternative dei citybus sono scomode e costringono i pendolari a percorsi tortuosi. Insomma raggiungere i posti di lavoro o le scuole è diventato un problema serio, di non facile soluzione.

Concordano pendolari e studenti: «Dal 2 settembre - è il commento - il servizio di trasporto pubblico è notevolmente peggiorato. Abbiamo già fatto sentire le proteste ma, per ora, nessuno si è mosso. Rispetto a prima i tempi di percorrenza si sono notevolmente allungati».

Non va meglio neppure al ritorno. In particolare nei pomeriggi di martedì e giovedì quando gli studenti, dopo aver frequentato i rispettivi istituti, fanno ritorno a casa. Sono proprio loro che riempiono i pullman tanto che chi esce dal lavoro alle 16.30 è costretto ad attendere la corsa successiva per arrivare, ben dopo le 17 a San Nicolò dove c’è la coincidenza con la funicolare.

«Il problema - si fa notare - è destinato a peggiorare a dicembre quando l'ultima corsa del trenino verso la Mendola sarà anticipata, con il rischio che chi arriverà alla stazione a valle in ritardo per colpa dei pullman strapieni di studenti, non troverà più la funicolare per far rientro a casa».

Insomma una serie di pasticci che bisognerà per forza di cose eliminare al più presto. Lo chiedono i pendolari, sia lavoratori che studenti, che si servono dei mezzi di trasporto pubblico nella zona di Caldaro. «Adesso - dicono in coro - che la funicolare sta funzionando bene rispettando le nostre esigenze, sono arrivate le complicazioni delle linee di pullman con orari strampalati e scelte dei tragitti che non possiamo condividere».

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