Orchestra e note di Liszt: l'esame decisivo per i finalisti del Busoni

La giuria ha reso noti i nomi dei sei giovani artisti ammessi a partecipare alla fase orchestrale con la "Haydn"


Andrea Bambace


BOLZANO. A tardissima notte, al termine delle finali solistiche che hanno visto impegnati eccezionalmente quattordici candidati al Premio "Busoni" 2011, anche nell'interpretazione di "Studi" appositamente commissionati ad altrettanti compositori, la giuria internazionale, presieduta da Martha Argerich, ha reso note le proprie deliberazioni, comunicando i nomi dei sei giovani artisti ammessi a partecipare, da oggi, alla fase orchestrale con la "Haydn" diretta da Arthur Fagen: Antonii Barishevskyi (1988, Kiev, Ucraina), Anna Bulkina (1986, Krasnodovsk, Russia), Tatiana Chernichka (1984, Novosibirsk, Russia), Min Soo Hong (1993, Busan, Corea del Sud), Sun-A Park (1988, Busan, Sud Corea) e Alessandro Taverna (1983, Portogruaro, Italia).

Ferruccio Busoni, nel suo sterminato e molto articolato catalogo di composizioni, ha solo tre brani per pianoforte e orchestra, ma nessun "Concerto" scritto in forma tradizionale: un "Konzertstück", del 1890, un mastodontico e pressoché ineseguibile Concerto per pianoforte e orchestra con coro maschile finale, del 1904, e un giovanile Concerto per pianoforte e quartetto d'archi, scritto a soli dodici anni.

E' impensabile, dunque, che una di queste tre anomale partiture si possa inserire fra i brani da far eseguire ai finalisti del concorso intitolato al grande pianista, compositore, didatta e saggista empolese, cui pure la manifestazione s'ispira. Così da lungo tempo, per le due finali orchestrali, il Concorso di Bolzano si è attenuto sempre alla rodata formula dell'interpretazione di un Concerto classico (Mozart-Beethoven), prima, e di un Concerto romantico o moderno per la finalissima.

L'eccezione viene quest'anno, dall'obbligo, per i sei finalisti, di misurarsi con una composizione di Franz Liszt, vista l'ineludibile coincidenza con la ricorrenza dei 200 anni dalla nascita del grande pianista e compositore ungherese. Per la verità, assai saggiamente, il bando del concorso 2011 prevedeva la possibilità di scegliere fra ben otto brani lisztiani: Malédiction; Grande Fantaisie symphonique dal tema di Berlioz «Lélio»; De profundis (Psaume instrumentale per pianoforte e orchestra); Concerto per pianoforte e orchestra, N. 1; Concerto per pianoforte e orchestra n. 2; Totentanz; Concerto pathetique per pianoforte e orchestra e Wanderfantasie (Schubert, D760, orch. Liszt).

Ma la stragrande maggioranza dei concorrenti ha scelto di rifugiarsi nei due più noti Concerti, quello in mi bem. magg. n.1 e quello in la magg. n. 2, sicuramente i più "spendibili" anche in altre competizioni e in definitiva anche i più affascinanti e belli. Così stasera e domani sera queste due celebri composizioni si alterneranno ripetutamente e serviranno a confezionare per tre soli finalisti la chiave d'ingresso alla finalissima di venerdì prossimo: inizierà il più giovane di tutti, il diciassettenne Min Soo Hong che, come la connazionale Sun A Park eseguirà il Primo Concerto in mi bem magg. mentre l'italiano Taverna suonerà il Concerto n. 2.

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