BOLZANO. Fino a 197 giorni di attesa per una visita ortopedica. E, l’eventuale intervento, slitta ancora di settimane se non di mesi (per l’operazione al piede si supera l’anno). Succede in Alto Adige dove la sanità consuma ogni anno 1 miliardo e 300 milioni di euro. Una questione che pesa soprattutto sulla parte di popolazione anziana che fatica di più a spostarsi per farsi curare, altrove. Sul sito dell’Asl sono pubblicati (per legge) i tempi di prenotazione di alcuni prestazioni (non-urgenti) che hanno come ultimo giorno di rilevamento il 27 giugno 2018. «Attenzione - si legge - le prestazioni urgenti vengono immediatamente garantite. I tempi di attesa qui pubblicati si riferiscono a quanto emerso in un dato momento dello specifico giorno della rilevazione. Essi possono quindi variare, tendendo verso l'alto o verso il basso». E noi siamo andati a controllare Ortopedia confidando nel fatto che il Centro unico di prenotazione provinciale - fosse veramente tale - ed aiutasse il cittadino-paziente a farsi visitare il prima possibile in uno dei sette ospedali della provincia. Ma così non risulta e questo perchè - come ripete da anni l’Anaao - i singoli ospedali preferiscono mantenere il controllo delle agende interne piuttosto che finire in un unico calderone. E cosi l’unico che compare è sempre lui, l’ospedale di Bolzano. Andiamo a vedere i tempi.

Visita del piede: all’ospedale di Bolzano l’attesa è di 177 giorni. Merano non pervenuto. A fianco di Merano compare un “I”, basta cliccare per leggere “in questo mese non c’è nessun appuntamento prenotabile”. Non si legge altro.

Passiamo alla successiva. Visita alla mano: a Bolzano l’attesa è di 197 giorni. Ospedale di Silandro 104.

Visita all’anca: al San Maurizio 189 giorni. Merano non pervenuto.

Visita al ginocchio: Bolzano 173 giorni. Merano non pervenuto.

Visita alla spalla: Bolzano 190 giorni. Merano non pervenuto. Visite alla colonna: a Bolzano 189 giorni. Non sono indicate altre strutture.

Il ministro della Salute Giulia Grillo non ha dubbi: «Le liste d’attesa? Un blocco per l’accesso alle cure. La cosa drammatica è che in 5 anni di Parlamento non ho mai visto un atto governativo che aiutasse il Paese su questo aspetto. A breve redigeremo il nuovo Piano nazionale liste d’attesa, fermo dal 2012. Faremo una serie di azioni per garantire il rispetto dei tempi vincolando l’attività dei manager, quindi se i manager rispetteranno le indicazioni saranno premiati, altrimenti puniti e io farò molta pressione. L’autonomia regionale dà tutto in mano a loro... la responsabilità è all’80% delle Regioni, il 20% di parte politica mi prendo la responsabilità di portarla avanti io, cosa che non è stata fatta in questi anni». Sarebbe inoltre auspicabile che il contratto del nuovo direttore generale preveda anche il vincolo del rispetto dei tempi nazionali delle liste di attesa sia per le visite che per gli interventi chirurgici. (v.f.)