Pöder: basta con le battaglie etniche

L’alleanza con Pizzinini e Egger: siamo un movimento di centro e ci occupiamo dei problemi veri delle persone



BOLZANO. Si presentano come movimento di centro, se non di centrosinistra, e si tengono ben lontano dagli argomenti etnici. Si è presentata ieri la nuova alleanza elettorale costituita da Ladins Dolomites, Bürger Union e Wir Südtiroler. 35 candidati, che si sono dati appuntamento sulla scalinata del consiglio provinciale. Andreas Pöder e Thomas Egger sono già consiglieri e puntano alla rielezione, «magari qualcosa in più».

Albert Pizzinini, leader dei Ladins, secondo nella testa di lista, ribadisce che non c’è solo la Svp a tutelare i ladini. Anzi. Tre movimenti uniti in una lista, ma ci tengono a sottolineare che «non è solo una formula elettorale, una visione politica unica ci accomuna». Alcuni dei temi nel programma: giustizia sociale, famiglia, rappresentanza del semplice cittadino, giustizia fiscale, controllo del potere, sostegno delle piccole e medie imprese, smantellamento dei privilegi, valorizzazione del gruppo etnico ladino, democrazia diretta, tutela del territorio.

Merita ricordare il percorso politico dei leader. Pöder, il capolista, fu un tempo braccio destro di Eva Klotz. Egger, a lungo sindaco Svp di Vipiteno, ha aperto e chiuso in questa legislatura il proprio legame con i Freiheitlichen. Entrambi dichiarano di trovarsi bene in questa nuova casa politica centrista. Così Pöder: «Magari potessimo dire alle persone che staccandoci dall’Italia risolveremmo tutti i problemi dei nostri concittadini. Sappiamo che non è così. La mia azione in consiglio provinciale è tutta concentrata su temi concreti. Nacque da questo la mia divisione da Eva Klotz e sono felice di non dover giurare tutti i giorni sull’autodeterminazione. Ci proponiamo agli elettori come un movimento di opposizione, con attenzione sociale, una forza centrista, non di destra». Così Egger, terzo in lista: «Nella Svp facevo parte dell’ala sociale e questa attenzione l’ho portata nei Freiheitlichen, dove in fondo ero il “rosso” in mezzo ai “blu”. Questa alleanza corrisponde alla mia visione. Lasciamo che siano gli altri, destra tedesca, destra italiana, Svp a spendere giornate intere a parlare di tricolore e rifugi, noi stiamo con le persone che perdono il lavoro. Preferisco cambiare tre volte partito e restare fedele a me stesso, che stare vent’anni nello stesso partito, cambiando continuamente idea. Il mio strappo con i Freiheitlichen fa ormai parte del mio passato. Mi sembrano più in difficoltà loro, che si fanno vanto di successi legati al mio lavoro in consiglio provinciale dallo scandalo Stein an Stein al Bausparen».

Dei 35 candidati, 19 provengono dalla BürgerUnion, 11 dai Ladins e 5 da Wir Südtiroler. 12 le donne, 23 gli uomini.

I candidati e le candidate sono insegnanti, impiegati, albergatori, contadini, imprenditori, artigiani, alcuni con esperienza politica nei consigli comunali. Numerosi i giovani. Si va da Stefan Taber (22 anni) a Willy Costamoling (70 anni), presidente dell’Aiut Alpin.

Il programma (distribuito trilingue) punta sulla giustizia sociale, «suddivisione equa del benessere, del peso fiscale, e della assegnazione dei contributi», e sul sostegno alle famiglie. Focus anche sulla democrazia diretta («più potere di codecisione ai cittadini») e sul controllo del potere: «Smascherare gli illeciti, il nepotismo, gli scandali, le forzature del sistema Svp». Si punta alla difesa del territorio, dell’ambiente, della Heimat, «dei gruppi linguistici, in particolare del gruppo linguistico ladino». ©RIPRODUZIONE RISERVATA













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