Padre disperato: «Da solo non ce la faccio più»
Moglie e madre in ospedale, deve occuparsi da solo delle sue gemelline di 21 mesi
MERANO. Mamma e moglie in coma, due gemelline di 21 mesi da far crescere; non può lavorare e s'è messo in aspettativa. La casa è ancora da pagare, dopo averla completamente ristrutturata. E per il meranese Paolo Bigaran è un'odissea senza fine. Nei giorni scorsi, a peggiorare la situazione drammatica, a Paolo Bigaran è arrivata la risposta della compagnia assicurativa con cui ha stipulato due polizze infortuni con un premio da 40 mila euro complessivi: «Non possiamo pagare perchè il coma in cui versa sua moglie è stato causato da malattia e non da un incidente».
Neanche una riga di scuse o di rammarico. «E adesso - dice Bigaran - non mi resta che vendere l'appartamento per evitare che venga messo all'asta. Lunedì arriva un funzionario dell'Ipes e spero di trovare un accordo. Mi restano alcuni mutui da pagare, in più ci sono le bambine da sfamare, da crescere, da vestire e da seguire».
Paolo Bigaran era camionista: ore ed ore alla guida. Poi la scelta dei corsi serali per diventare operatore sanitario. Ed è ad uno di questi corsi che conosce la giovane marocchina che sarebbe poi diventata sua moglie e quindi la mamma delle sue gemelline. Bigaran si dà da fare, sfrutta le conoscenze rimediate nel suo lavoro da camionista, ristruttura l'alloggio che occupa in via Schiller, ricorre anche ad alcuni mutui. La famiglia, con l'arrivo delle due gemelline, è.
«Ma il giorno della festa della mamma di quest'anno - ricorda Bigaran - torno a casa e trovo mia moglie a terra. La porto all'ospedale dove la dignosi è terribile e ci getta nella disperazione». Neanche il tempo di rendersi conto di quanto accaduto che arriva la seconda tegola. Nella casa di via Schiller abita anche la mamma di Bigaran. È invalida al 100 per 100.
«Purtroppo è caduta in casa - ricorda Paolo - ed è andata in coma. Da quel momento devo occuparmi di tutto io: dalle bambine alle pulizie di casa. Gli amici mi danno un aiuto prezioso, ma non posso abusare della loro disponibilità; ho chiesto aiuto agli assistenti sociali e alla Caritas ed i fondi che avevo a disposizione purtroppo stanno finendo».
Nei giorni scorsi è arrivata la «mazzata» dell'assicurazione. Paolo Bigaran non sa più cosa fare. Ringrazia l'Azienda sanitaria «che mi è venuta incontro quando ha saputo delle condizioni in cui mi trovo» e spera di evitare che l'appartamento venga messo all'asta. Intanto le due gemelline le ha iscritte all'asilo nido che frequentano dalle 8 alle 14: «Sono poche ore in cui riesco a curare meglio la casa, a rifare i letti, a preparare qualcosa da mangiare».
Se l'assicurazione avesse deciso di rimborsare il coma della moglie questa situazione non si sarebbe verificata. «Il guaio è che quando firmi ti garantiscono tutto, poi appena ti capita qualcosa nessuno ti considera», conclude disperato Bigaran che spera in un tempestivo e concreto sostegno.
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