Panificio Grandi, forno chiuso per sporcizia

Ordinanza del sindaco dopo un'ispezione dell'Asl: «Scarafaggi vivi, ragnatele e umidità»


Valeria Frangipane


BOLZANO. Il forno del panificio "Grandi" di via Bottai dopo un'attenta ispezione dell'Asl che ha segnalato «scarafaggi vivi e morti, umidità, ragnatele, muffa sui muri e sulle superfici di alcune apparecchiature» è stato colpito da un'ordinanza del sindaco Spagnolli che ne ha decretato la chiusura. I titolari di questa autentica boutique del cereale - considerata da molti bolzanini e dai turisti la migliore della città per la qualità e la varietà dei prodotti che sforna - si difendono affermando che il problema è comune a molti palazzi antichi del centro storico e che più volte avevano chiesto all'amministrazione di assumere iniziative per bonificare gli scantinati: «Abbiamo lavorato tutta la notte - precisano - ripulito i locali da cima a fondo e l'Asl ci ha già concesso il via libera. Possiamo dunque tornare a produrre pane nostro mentre ieri abbiamo venduto pane comperato da altri perchè il forno era effettivamente chiuso. Non abbiamo nulla da rimproverarci». Nella tarda mattinata di ieri sono arrivati in via Bottai i vigili annonari per verificare lo stato dell'arte. Una volta accertato che il pane venduto non era stato prodotto dal forno di Grandi - rimasto chiuso durante tutta la notte - ma comperato altrove, hanno imposto al titolare dei cartelli nei quali si specificava al cliente che i cereali venduti non erano di produzione interna. L'ispezione del Servizio igiene e sanità è arrivata in via Bottai il 23 settembre. Il controllo - si legge nell'ordinanza - è stato eseguito alla presenza di Astrid Engl, socia di Johann Grandi, titolare del panificio. Diverse e dettagliate le situazioni non conformi alla legge, rilevate dai tecnici e dall'Asl nello scantinato dove si trova il forno, che hanno costretto il sindaco ad intervenire. Nel provvedimento si legge testuale che «i muri perimetrali così come i soffitti ed i pavimenti dei locali di produzione e dei depositi presentavano superfici sporche ed imbrattate; erano presenti inoltre delle ragnatele e sotto il mobili residui alimentari e resti di lavorazione non rimossi da tempo». E ancora «nei locali del laboratorio, così come nella cantina che comunica direttamente con i locali di produzione del pane, sono stati trovati numerosi scarafaggi morti (ed il qualche caso anche vivi). Sulle tubazioni sospese è stato trovato uno strato di polvere misto a farina ed inoltre sui muri e sui soffitti dei locali di produzione e dei depositi sono stata trovate estese macchie di muffa con parti dell'intonaco scrostato che si staccava dalle pareti. Presenti sempre su pareti e soffitti tracce di umidità ed estese zone ricoperte da muffe; nei locali non c'è - inoltre - alcun sistema di aerazione meccanica ed altri non dispongono di aerazione naturale». Pollice verso pure su alcuni macchinari usati per preparare e cuocere le farine. «Le superfici di alcune apparecchiature sono scrostate, sporche non più lisce e lavabili (ad esempio la porta del forno, il carrello porta teglie, gli stampi del pane in cassetta ecc.). La superficie di un'apparecchiatura che viene a contatto con i semilavorati della pasta è stata trovata ricoperta di muffa». E problemi ci sono stati - si legge sempre all'interno dell'ordinanza firmata da Spagnolli - anche rispetto a finestre, bagni e spogliatoi. «La finestra del deposito principale, spalancata all'atto dell'ispezione, non ha le reticelle che impediscono l'accesso di insetti ed altri infestanti. Gli impianti sanitari (il wc) non dispongono di un sistema di aerazione naturale, diretta o meccanica. La zona spogliatoio è stata ricavata all'interno del locale anti-wc, ha una superficie estremamente ridotta (circa 2 metri per 4) e non vi si torvano armadietti individuali a doppio scomparto per gli indumenti del personale».

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