Parco Sciliar, dopo il Catinaccio arriva anche il Sassolungo

Avviato l’iter per l’ampliamento. Servirà a chiedere l’inserimento nel patrimonio Unesco



Sassolungo e Sassopiatto, due tra le principali bellezze alpine dell'Alto Adige, faranno parte del parco naturale Sciliar-Catinaccio: su proposta dell'assessore alla tutela del paesaggio Elmar Pichler Rolle la giunta provinciale altoatesina ha avviato lo specifico iter di ampliamento del parco. Saranno quindi create le condizioni per inserire entrambe le montagne nell'area dolomitica considerata patrimonio naturale Unesco.

I primi passi compiuti dalla giunta provinciale nella sua ultima seduta hanno riguardato la ridefinizione del piano paesaggistico dell'Alpe di Siusi e la rielaborazione dei piani di Castelrotto, Santa Cristina e Selva Gardena.

"In tal modo vengono semplificate le procedure amministrative e viene ampliata la responsabilità dei Comuni", sottolinea l'assessore Pichler Rolle. A monte dei passi formali ci sono stati, nei mesi scorsi, gli incontri dei tecnici dell'Ufficio provinciale parchi naturali con le amministrazioni comunali e i proprietari dei fondi interessati dal possibile ampliamento.

"A giugno il Comune di Selva ha approvato l'inserimento di Sassolungo e Sassopiatto nell'area tutelata dall'Unesco e quindi anche l'ampliamento del parco", spiega Pichler Rolle. Anche Santa Cristina e Castelrotto sono pronte ad approfondire il tema e disposte a rielaborare i singoli piani paesaggistici.

"Abbiamo inoltre informato i Comuni di Fié e Tires, coinvolti nel parco naturale, che ci hanno segnalato di condividere il progetto anche se la rispettiva area comunale non rientra direttamente nell'operazione", aggiunge l'assessore.

Considerato che l'area dolomitica proclamata patrimonio Unesco si trova entro parchi nazionali, naturali o in zone Natura 2000, ampliare il parco Sciliar-Catinaccio è presupposto necessario per l'inserimento delle due montagne-simbolo.

"Sarà possibile solo a medio termine, perché il periodo di prova del patrimonio mondiale si conclude nel 2016 e in questa fase non è opportuno richiedere modifiche all'Unesco", osserva Pichler Rolle, che da maggio è anche presidente della specifica Fondazione.

L'ampliamento proposto dall'assessore è quantificato in 1800 ettari ed è la prima grande modifica dell'estensione di un parco naturale in Alto Adige dal 2003.

L'opera di informazione e dialogo proseguirà anche con gli agricoltori che da decenni gestiscono le malghe della zona e che ora temono vincoli troppo restrittivi.

Proseguono in parallelo le trattative con i Comuni di Selva, Castelrotto e in primis Santa Cristina, il cui piano paesaggistico è prioritario per dare via libera a importanti progetti come la riorganizzazione dell'area di Monte Pana.

In futuro, ricorda Pichler Rolle, saranno i singoli Comuni a decidere sui piccoli interventi nel territorio di competenza che andranno inseriti nel piano paesaggistico complessivo, senza più dover coinvolgere le altre due amministrazioni.













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