Parco Stazione, gli esercenti «Un posto fisso di polizia»

I lavoratori della zona al fianco della tabaccaia aggredita: «Ora abbiamo paura» Oltre allo spaccio e le minacce c’è chi denuncia un pericoloso giro di prostituzione


di Alan Conti


BOLZANO. «Ne succedono di tutti i colori». È questo il refrain più diffuso tra gli esercenti che lavorano affacciati sul parco della Stazione. L’aggressione alla tabaccaia Manuela Filippi ha scosso i colleghi, ma la sorpresa è poca. «Una volta ho avuto un diverbio con un cittadino tunisino che mi lasciava sempre lo zaino davanti al bancone - racconta un barista -. Un giorno ho preso tutto e gliel’ho buttto fuori. Si arrabbiò molto e ancora oggi quando lo vedo inveisce contro di me e mima il gesto di tagliarmi la gola».

Oltre alla microdelinquenza e lo spaccio è abbastanza diffusa anche la prostituzione. «I protettori seguono tutto quello che accade dai dehors dei locali mentre le ragazze, spesso, cercano di spillare qualche soldo ai più anziani. Alla sera e di notte, spesso perdono il controllo: risse, minacce ai clienti e alle ragazze». Senza contare le battaglie territoriali per lo spaccio di droga. «Solo qualche settimana fa si sono fronteggiati due gruppi di diverse nazionalità. Un confronto violento».

La sensazione è quella di un’insicurezza diffusa e nessuno meglio della tabaccaia aggredita può raccontarla. «Quando ero piccola venivo a giocare in questo giardino ed era splendido. Oggi mia figlia non la lascerei nemmeno passeggiare. A volte capita che usino la nostra struttura come latrina, qualcuno è anche salito sul tetto. I piccoli furtarelli sono periodici e continui, ma adesso abbiamo anche paura perché non sappiamo come difenderci. Purtroppo allontanado semplicemente i violenti non si risolve il problema. Le leggi andrebbero cambiate». Il parco, comunque, è cambiato. «La differenza maggiore è che oggi queste persone sembra non abbiano niente da perdere. Hanno meno timore delle forze dell’ordine che, forse, oggi si sentono anche meno efficaci trovandosi i delinquenti in libertà dopo pochissimo tempo». Intanto il marito le ha fatto un “regalo”. «Mi ha comprato due bombolette spray al peperoncino. Una per il negozio e una da tenere in borsa: non si sa mai».

Chi getta acqua sul fuoco è Kumar Manish che gestisce il chiosco dei würstel vicino al tabacchino. «Devo dire che qualche tempo fa la situazione era molto peggiore. Lo spaccio era davvero diffuso e io mi trovavo i pusher che concludevano gli affari dietro la mia struttura. Oggi va meglio e credo sia dovuto soprattutto all’aumento dei controlli da parte della polizia. Sono molto più frequenti e regolari. I risultati si vedono».

Il presidio, dunque, come prima soluzione all’emergenza. «È assolutamente così - conferma Fabio Bazzana, proprietario dell’omonimo tabacchino - e la controprova è empirica. Tutte le volte che la presenza delle forze dell’ordine si fa costante gli episodi di microcriminalità diminuiscono. Anche a me ne sono successe tante, ma in qualche modo siamo sempre riusciti a sistemare le cose. Resta, però, il disagio». Come se ne esce? «Credo che pochi posti in città abbiano diritto a un posto fisso di polizia più del parco della Stazione. Spingiamo per realizzarlo altrimenti il rischio è che, una volta scemata l’ondata di interesse mediatico, tutto torni esattamente come prima. L’episodio sfortunato per la tabaccaia non sarà servito a migliorare qualcosa. Non vorrei si tornasse a parlare di fischietti da suonare per sentirsi più sicuri come proposero Matteo Bonvicini e Luigi Spagnolli». Difende le forze dell’ordine anche il presidente della Circoscrizione Centro Armin Widmann (Svp). «Purtroppo spesso non forniamo ai nostri agenti gli strumenti giusti per essere efficaci. Capisco anche la loro frustrazione».

Durante la mattinata, infine, è comparso nuovamente il trentenne Adama Bambore che si è “concesso” un giro nel parco e nel pomeriggio si è reso protagonisti di altri atti di disturbo nella zona della Biblioteca Civica. È stato accompagnato al reparto di cura psichiatrica dell’ospedale San Maurizio.

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