Pasquali: «Il ticket sui pendolari? È un’ipotesi realistica»

L’assessore comunale non molla: «L’alternativa è che la Provincia finanzi le grandi opere per il capoluogo»


di Paolo Campostrini


BOLZANO. Se di ticket non si vive, con i ticket si prova almeno a sopravvivere. È questo che tenterà di fare Bolzano. «Delle due l'una: o la Provincia e dunque tutto il territorio ci fornisce le risorse per poter accogliere 50 mila pendolari al giorno, e parlo di tangenziali e gallerie, o dobbiamo trovarcele noi le risorse. Anche coi ticket» .Per fare cosa? «Almeno per frenare le auto e incentivare il trasporto pubblico». Non è un ricatto, è semplicemente una città che si tiene a galla con tutto quello che può. Chi parla è Chiara Pasquali che aggiunge: «Attenzione: si tratta di palliativi, non di una soluzione. Ma non possiamo stare fermi e morire di auto». Così il Comune prova a posizionarsi. Tra Gallo che fa il suo dovere di assessore e chiede il “pass” prima di viale Druso per evitare che diventi una fonderia a cielo aperto e Spagnolli che fa il suo dovere di sindaco e dunque media: rintuzzando le proteste dei suoi colleghi dell'Oltradige ma non escludendo il ticket almeno nel centro storico. La sensazione, comunque, è che la sfida tra privatisti (libere auto in libera città) e pubblicisti (tutti in bus pena il bancomat), si stia diluendo nella consapevolezza che Bolzano o ottiene risorse per avere una tangenziale e infrastrutture degne dei tanti paesi che la circondano, oppure dovrà arrangiarsi come può.

Assessora Pasquali, sì al ticket?

«La domanda dovrebbe essere: senza ticket che facciamo? Bolzano passa in poche ore da 100mila a 150mila abitanti. Bene. Tutta gente che collabora a sviluppare il capoluogo. Ma a fronte dell'accoglienza che riceve Bolzano? E quale altro centro altoatesino regge pesi simili ai nostri?».

Ma Bolzano ha un piano della mobilità, no?

«È vero. E si muove su due parti. Rinuncia al raddoppio dell'arginale, così come previsto da Salghetti, e circonvallazioni in galleria sulla Ss 12 e a Monte Tondo. In parallelo, incentivazione del trasporto pubblico col metrobus e ferrovia metropolitana. Se non ci danno i soldi per la prima parte del piano, troviamoli noi almeno per la seconda».

Ma per restare capoluogo Bolzano deve accettare l'invasione...

«Ma anche essere aiutata finanziariamente ad assorbirla modernamente. Non come quarant'anni fa».

Viale Druso: il metrobus a una sola corsia non convince...

«Ci sono flussi di traffico precisi. Serve una corsia solo in entrata perchè in certe ore i pendolari arrivano in massa. Per il deflusso i numeri sono più diluiti. La gente esce a piccoli blocchi e in orari diversi. Non serve la seconda corsia».

Viale Druso dice: sempre noi.

«In questo caso viale Druso che è storicamente un asse di entrata e su questo non ci piove, avrà in compenso più corse di bus anche per i propri abitanti, una ciclabile finalmente sicura, alberi e illuminazione e un bel marciapiede. Direi molto meglio di adesso».

Alternative al ticket d'ingresso?

«È un'ipotesi possibile. Potrebbe arretrare per due ragioni: la Provincia avvia un piano di finanziamento realistico delle grandi opere per il capoluogo o l'incentivazione del servizio pubblico e il metrobus riescono nel loro intento senza forzature. Nel senso che fanno calare il traffico privato. E allora avremmo vinto due volte. Per aver fatto una scelta felice e perchè non dovremo far pagare nulla a nessuno».

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