Pasta Shop a Baku tra le migliori griffe dell’italian style

Il meranese Cova ha portato il suo marchio in Azerbaigian La moglie del presidente azero è una “golosa” cliente


di Simone Facchini


MERANO. C'è Merano a rappresentare la grandezza della gastronomia italiana in Azerbaigian. Una piccola-grande storia imprenditoriale che dalle rive del Passirio è approdata sulle sponde del mar Caspio. In un complesso residenziale-commerciale di lusso a Baku, tra i brand internazionali che esportano il made in Italy, fra Valentino e Armani e Ferrari, è spuntato Pasta Shop. Nessuna omonimia con il negozio di delizie sotto i Portici meranesi, è proprio il marchio di Claudio Cova.

Le vie dell'imprenditoria sono infinite e spesso imprevedibili. Il trait d'union fra le tanto lontane realtà è il Grand Hotel Palace, buen retiro delle élite dei quattro continenti. Fra gli habitué dell'ammiraglia dell'hotellerie meranese vi sono Ilham Aliyev, presidente della repubblica azera, e la sua consorte. La quale, pur nel pieno rispetto delle direttive di Henri Chenot, e la sua linea ne testimonia la fede, ama le cose buone da mangiare. E le ha trovate, a Merano, alla corte di Pasta Shop. "Adora l'olio d'oliva e ha una passione per gli aceti balsamici", dice Cova. Dall'infatuazione per le specialità gastronomiche a vedere il proprio marchio sull'insegna di un punto vendita a quattromila chilometri di distanza il passo è stato più breve di quanto si possa credere. "Dai loro soggiorni a Merano tornavano a casa con qualche prodotto, altri glieli spedivo io", continua il commerciante-gastronomo. "Poco più di un anno fa si è fatta strada l'idea, infine concretizzata una decina di giorni fa con l'inaugurazione del negozio". Senza troppi barocchismi burocratici. Spiega Lukas Benedetti, l'avvocato che ha seguito l'iter: "La holding della famiglia della first lady investe anche nel settore della distribuzione alimentare. Claudio ha messo a disposizione la griffe Pasta Shop, il know-how, la selezione dei prodotti e la consulenza".

Partnership concretizzata: a Port Baku, zona che - invero come tutta la capitale dell'Azerbaigian - ha molto della metropoli occidentale moderna, ha aperto l'alter ego del Pasta Shop meranese. Sette dipendenti, una store manager. Con colori, arredamento, stile del tutto fotocopiato da Merano. E naturalmente pure i prodotti, linfa vitale del progetto partorito da Cova oltre vent'anni fa prima a Lana, poi con un negozio in galleria Ariston e infine atterrato nel salotto dei Portici dove ha trovato la consacrazione.

Sempre alla ricerca di materie prime di altissima qualità, Claudio Cova, sempre con la voglia di dare un tocco suo alle ricette per poterle brandizzare Pasta Shop, sempre con la voglia di trovare la combinazione giusta per proporre il prodotto top, costi quello che costi. Da tempo sceglie le farine e le miscela a modo suo affidandole a "artigiani" selezionati, trasponendo questo suo modo di pensare alle tante altre branche del mangiar bene: sughi, salse, intingoli e chi più ne ha più ne metta. "Abbiamo svolto parecchie sperimentazioni - racconta - prima di trovare il modo per poter far trovare ai clienti di Baku una pasta fresca così come vogliamo noi. Servono confezionamento e logistica inappuntabili affinché il prodotto conservi la sua fragranza e i suoi aromi il più a lungo possibile". Tutto questo a Baku, la Montecarlo del Caucaso, dove molti arabi danarosi vanno a trascorrere l'estate. Emiri che tra le mete preferite hanno anche il Palace di Merano. E un altro cerchio si chiude.













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