Pd, dipendenti senza stipendio
Si valuta il ricorso alla Cassa integrazione, a rischio due funzionari
BOLZANO. Sempre più grave la crisi finanziaria del Pd. Il bilancio è stato esaminato lunedì dalla segreteria del partito. Lo stop al finanziamento dei partiti ha quasi svuotato la cassa del Pd, che è costretto ad alzare bandiera bianca. La decisione è di verificare la possibilità di accedere alla cassa integrazione per i due dipendenti del partito. I conti presentati dal tesoriere Salvatore Cavallo non lascerebbero margini. Le possibilità di manovra sono talmente ristrette, che il partito sarebbe in difficoltà a pagare i prossimi stipendi. Nella seduta della segreteria sarebbe stata avanzata la richiesta di un contributo straordinario chiesto agli assessori provinciali Bizzo e Tommasini. Anche se venisse accordato, sarebbe solo una boccata di ossigeno e non risolverebbe il problema di un quadro finanziario completamente cambiato rispetto agli anni precedenti e che non consentirebbe più di impiegare due persone a tempo pieno, una impiegata e un addetto stampa e responsabile organizzazione. Oltre agli stipendi, il Pd deve fare fronte al mutuo bancario acceso per finanziare una parte della campagna delle elezioni provinciali. Con la chiusura del finanziamento pubblico, il Pd dovrà sostenersi solo attraverso il contributo degli eletti, il tesseramento e le donazioni attraverso la dichiarazione dei redditi. Nella ipotesi di bilancio 2015, dei 160 mila euro previsti, 100 mila sarebbero destinati al personale. Paradossalmente, in caso di licenziamento del personale, il partito sarebbe in difficoltà nel pagare il Tfr e le mensilità dovute ai dipendenti.