Pedofilia: 4 anni all'aiuto parroco

Rischiava 13 anni, ma ha ricevuto il massimo delle attenuanti


Mario Bertoldi


BOLZANO. Quattro anni di reclusione per violenza sessuale, aggravata dall'età dei ragazzini vittime degli abusi, e detenzione di materiale pedopornografico. Klaus Moosburger, 28 anni, per diverso tempo insospettabile aiuto parroco di Varna, ha ottenuto il massimo delle agevolazioni processuali ma rischia di tornare in carcere. Proprio per questo il giovane, che ha affrontato il processo con il patrocinio dell'avvocato Nicola Nettis, molto probabilmente impugnerà la sentenza della giudice Silvia Monaco davanti alla Corte d'appello. L'obiettivo che la difesa si propone è di evitare al proprio assistito di dover scontare in carcere la pena. Posto che ad inizio inchiesta Moosburger ha trascorso 8 mesi in stato di detenzione (tra carcere ed arresti domiciliari) l'obiettivo di poter ottenere l'affidamento in prova ai servizi sociali è ad un passo. Basterà ottenere una piccola riduzione in appello per aver raggiunto un piccolo miracolo processuale. In effetti Moosburger può essere oggettivamente soddisfatto dato che per i reati di cui è imputato si rischiano, codice alla mano, sino a 13 anni di reclusione. Ad accusare l'ex aiuto parroco erano stati alcuni genitori dei chierichetti presi di mira per tre anni (dal 2006 al 2009) per abusi sessuali. Una storia di profonda depravazione che ieri mattina davanti alla giudice Monaco il sostituto procuratore Donatella Marchesini ha ricostruito nel dettaglio in tutta la sua gravità. La Procura ha contestato all'imputato diversi episodi di abuso ai danni di 11 ragazzini sotto i 14 anni. L'inchiesta della magistratura, che si è svolta con le dovute cautele nei confronti delle giovanissime vittime, ha permesso di appurare diversi episodi. Per almeno tre anni, approfittando della posizione di aiuto parroco, Klaus Moosburger si sarebbe reso responsabile di diverse molestie sessuali ai danni dei ragazzini diventando via via sempre più audace sino a prestazioni sessuali anche fisiche. Ad inchiodare l'imputato alle sue responsabilità, sono state anche centinaia di foto (e qualche filmato) che Klaus Moosburger aveva realizzato con i ragazzini della parrocchia molti dei quali erano ripresi assieme al religioso nudi e in posizioni morbose. Per diverso tempo il giovane agì pensando di essere al riparo da ogni sospetto. Quando un giorno Klaus se rese conto che uno dei ragazzini aveva raccontato tutto a casa e che i genitori l'avrebbero denunciato, l'aiuto parroco tentò di cancellare dal proprio computer le immagini più scabrose. Il tentativo però fallì in quanto gli esperti informatici mobilitati dalla Procura dopo l'arresto riuscirono a recuperare nella memoria fissa del computer le foto proibite. Ieri davanti alla giudice Monaco, l'avvocato Nicola Nettis è stato molto abile ad ottenere il riconoscimento di tutte le attenuanti e riduzioni di pena possibili. In primo luogo quella legata al risarcimento delle vittime. Klaus Moosburger ha messo a disposizione poco più di 20 mila euro. Qualcuno ha accettato ritenendosi soddisfatto, altri hanno ottenuto il versamento (come offerta reale risarcitoria) ma non hanno fornito alcuna liberatoria. Il giudice ha però riconosciuto l'attenuante del danno risarcito così come ha riconosciuto le attenuanti generiche sulla base del comportamento processuale dell'imputato che ha chiesto di essere curato (riconoscendo di soffrire di gravi disturbi della sfera sessuale. Ieri ha deposto in aula il professor Claudio Fabrici, psicoterapeuta, che ha confermato la volontà dell'imputato a proseguire la terapia iniziata poco dopo l'arresto. L'ultima riduzione di pena è stata infine riconosciuta per effetto del rito abbreviato.













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