Pedofilia, abusa per mesi di una bimba

Arrestato un bolzanino di 50 anni. Ha patteggiato due anni di reclusione. La vittima è la figlia della compagna


di Susanna Petrone


BOLZANO. Ha patteggiato due anni di reclusione (senza sospensione della pena) un bolzanino di 50 anni accusato di aver abusato sessualmente della figlia della convivente. Ora dovrà rispondere di violenza sessuale «di lieve entità» su minori.

La delicata inchiesta è partita qualche mese fa su segnalazione della madre della bambina. La vittima (che ha meno di dieci anni) per mesi ha subìto senza dire niente. Ma ad un certo punto la madre ha capito che c’era qualcosa che non andava e ha iniziato a farle sempre più domande. La piccola, alla fine, è crollata e ha raccontato tutto. Dopo aver scoperto cosa faceva il suo compagno, la donna lo ha denunciato, senza esitazioni, in questura. Immediatamente, gli uomini della squadra Mobile, coordinati da Giuseppe Tricarico, hanno iniziato ad indagare. A maggio hanno effettuato una perquisizione domiciliare, nella quale è stato sequestrato materiale pornografico. Il bolzanino, invece, è stato arrestato su ordinanza di custodia cautelare. Dall’inchiesta, seguita dal sostituto procuratore Donatella Marchesini, è emerso che l’uomo - un disoccupato - aspettava che la madre della bambina andasse a lavoro per molestare la piccola. Non solo: quando la donna era in casa, si recava in cantina per farsi toccare dalla vittima. Gli abusi, che sono avvenuti in Alto Adige, sarebbero andati avanti per mesi. La vittima è rimasta a lungo in silenzio, perché aveva paura del 50enne. Ora il pedofilo ha patteggiato due anni di reclusione. Tornerà in carcere non appena la condanna sarà definitiva. Nel frattempo ha il divieto di avvicinarsi alla bambina. Il luogo dei fatti, l’età della vittima e l’identità del pedofilo - come richiesto dalla Procura - non sono stati resi noti per proteggere la piccola. «Si tratta di inchieste delicate, che rischiano di far soffrire ulteriormente le vittime - spiega il sostituto procuratore Donatella Marchesini, esperta in materia di fasce deboli -. In questo caso è stata la madre ad accorgersi che c’era qualcosa che non andava e non ha esitato a denunciare il fatto alla polizia. Purtroppo, qualche volta le cose vanno diversamente. Spesso, quando sono estranei a scoprire che un bambino è vittima di abusi sessuali, le madri non vogliono accettare la verità. Qualche volta danno la colpa ai figli, altre volte dicono che si tratta di bugie. In un caso la donna è tornata a vivere con l’uomo che aveva violentato la figlia. Abbiamo fatto intervenire il tribunale dei minori e la bambina è stata allontanata. Non è una colpa non capire se un figlio è vittima di abusi. Un consiglio: parlate con i vostri figli. Sempre».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità