Pendolari, un nuovo treno al mattino

Avviate le procedure: viaggerà fino a Verona e sostituirà il soppresso Bolzano-Lecce


Davide Pasquali


BOLZANO. Mentre la petizione lanciata dall'Alto Adige per chiedere alle Ferrovie dello Stato il ripristino dei treni soppressi si avvia verso quota duemila sottoscrizioni, la direzione regionale di Trenitalia inizia a lavorare per correre ai ripari: l'impegno sarebbe per l'istituzione di un nuovo treno - dovrebbe trattarsi di un regionale - a metà mattina per Verona, che vada a sostituire il Bolzano-Lecce delle 9.30, soppresso dalle Ferrovie a partire dall'11 dicembre scorso.

Attualmente, infatti, dalle ore 8.30 alle ore 11 del mattino nei giorni feriali è semplicemente impossibile raggiungere Trento, Rovereto o Verona. Per non parlare delle stazioni minori. E i pendolari sono ovviamente in grande difficoltà. Non sono tantissimi, altrimenti il Bolzano-Lecce non sarebbe stato soppresso. Ma non sono nemmeno pochi, e comunque il valore sociale del collegamento non è da sottovalutare, specie da parte di una provincia da sempre sensibile alla mobilità coi mezzi pubblici.

Per adesso manca ancora la conferma ufficiale, anche perché l'iter è stato avviato soltanto da pochi giorni, ossia dall'entrata in vigore dell'orario invernale che ha apportato il cambiamento - ma fonti vicine a Trenitalia assicurano: già avviati i contatti istituzionali e tecnici fra la direzione regionale di Trenitalia, la Rete ferroviaria italiana e, ovviamente, la Provincia di Bolzano, che dovrebbe in qualche maniera contribuire. L'altro ieri si sarebbero avviati anche i contatti con Trento, che avrebbe intenzione di appoggiare il progetto.

Il neo direttore regionale di Trenitalia, Roger Hopfinger, raggiunto per via telefonica si limita a un laconico: «Stiamo lavorando, ma è troppo presto per delle anticipazioni in dettaglio». Sia come sia, sotto pressione anche per via delle lamentele e delle raccolte firme, la direzione locale di Trenitalia ha deciso di muoversi per compiere uno sforzo ulteriore, ossia per sostituire l'espresso Bolzano-Lecce del mattino con un treno locale. Non sarà possibile, come proposto da più parti, un collegamento per Verona sfruttando i treni altoatesini, ossia i moderni convogli della linea meranese e pusterese.

Questioni tecniche, perché si tratta di linee "rivolte" verso nord e non verso sud. Tradotto, non sono predisposte per ospitare treni per Trento, Rovereto e Verona. Per il nuovo treno regionale, ci saranno da attendere comunque dei mesi, perché l'istituzione di un nuovo collegamento è questione assai più complessa di quanto si potrebbe presumere. C'è da trovare il materiale rotabile, si deve liberare del personale di bordo, si devono studiare gli orari e gli ingombri di entrata e uscita dalle stazioni, nonché il cadenzamento con le altre linee.

Le verifiche tecniche comunque sono iniziate, e i pendolari adesso sperano sia il più presto possibile. La fascia di oltre due ore al mattino, sguarnita di treni verso sud, rende impossibile gli spostamenti a molti, e costringe tanti altri a delle alzatacce o a posticipare il viaggio in tarda mattinata, con tutto ciò che questo comporta. La direzione regionale di Trenitalia, comunque, pare stia lavorando con convinzione, sulla scorta dei risultati ottenuti negli ultimi sei o sette anni. Prima del 2005, infatti, i treni locali e sulla linea del Brennero non erano cadenzati. Ossia, non c'erano i collegamenti immediati.

Nel breve volgere di pochi anni, in collaborazione con le due province, si sono cadenzati i treni della Valsugana, delle linee meranesi e pusteresi, nonché i regionali al Brennero con le linee locali austriache per Innsbruck. Oggi, si scende da un treno e si sale sull'altro. E le statistiche parlano chiaro: la rete locale regionale è la più capillare e frequente d'Italia. Considerando il numero di treni per chilometro in relazione con la popolazione, la situazione regionale è la migliore d'Italia, con un 95% dei treni in orario. Ciò non significa non si possa ancora migliorare.













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