Pensionamento anticipato a rischio anche i medici
L’Asl: «I capi reparto interessati dal decreto Renzi sarebbero una decina in tutto E’ molto probabile che il governo decida di estendere il decreto a tutti i medici»
BOLZANO. Sarebbero una decina in tutto l’Alto Adige i primari - nelle quattro Asl operano circa 120 dirigenti e mille medici - che, in applicazione del decreto Renzi sul ricambio generazionale, “rischiano” la pensione anticipata dal 1ºnovembre dopo i 40 anni di servizio a prescindere dall’età. «Ieri ne abbiamo parlato a lungo - dice il direttore amministrativo Marco Cappello - in una discussione approfondita sulle novità del decreto». Con chi ne avete parlato? «Col capo aziendale del personale, Christian Kofler, ed i responsabili dei vari Comprensori».
E cosa ne è uscito nel concreto? «Ognuno sta verificando quale sia il numero esatto dei primari teoricamente colpiti dal pensionamento anticipato, anche se sembra a prima vista che gli interessati siano un po' meno dei 15 inizialmente ipotizzati. Va detto che esistono forti dubbi sulla reale valenza delle nuove disposizioni perchè in apparente contrasto con altre precedenti, per cui va ancora chiarito, anche e soprattutto in base a quello che sarà il tenore “letterale” dell'eventuale conversione in legge, se esista un obbligo di "prepensionare" i primari, oppure se esista solo una facoltà di agire in tal senso».
Questione non trascurabile. Il sindacato Anaao ha fatto sapere - tra il resto - di essere molto preoccupato perchè la conferenza Stato Regioni e Province autonome ha proposto un emendamento - che il Governo ha accettato - in cui si ripropone il pensionamento dei medici e quindi non solo dei primari a 65 anni. Cosa ne dice l’Asl? «Traendo spunto dall'allarme lanciato dall'Anaao, posso confermare che sono state avviate a Roma delle iniziative (emendamenti al decreto legge) che puntano ad estendere il prepensionamento anche ai medici, in quanto c’è chi lamenta che in caso contrario si perpetrebbe una inaccettabile disparità di trattamento rispetto ai primari.
Inoltre va sottolineato come la stessa Provincia stia discutendo un disegno di legge che prevede il cosiddetto "ricambio generazionale" anche in ambito locale, con estensione dello stesso pure alle aziende controllate come l'Azienda sanitaria, che se formalmente approvato risulterebbe per noi chiaramente vincolante. Premesso tutto ciò - conclude Cappello - ferme restando le verifiche che si stanno già effettuando, abbiamo deciso di attendere prima la concreta conversione del decreto legge entro i 60 giorni previsti, in una formale legge dello Stato, e questo anche per quanto concerne il previsto dimezzamento delle prerogative sindacali. D'altra parte il termine previsto per quest'ultimo (dal primo settembre), come anche quello per il pensionamento anticipato (dal 31 ottobre), ci consentono ulteriori approfondimenti di una questione certo non semplice, relativamente alla quale vogliamo evitare qualunque passo falso!».