Persi in meno di 20 anni 80 ettari di terreno verde

Dal 1997 al 2014 crescono i numeri delle costruzioni e dell’espansione edilizia L’assessore Gruber: “Il Masterplan è uno strumento per invertire la tendenza”


di Giuseppe Rossi


MERANO. A parole da quasi vent'anni le amministrazioni comunali che si sono succedute alla guida della città nei proclami hanno sempre parlato di combattere la diffusione del cemento e la sua espansione verso il verde e i terreni agricoli che circondano la città. Nei fatti è avvenuto il contrario.

A sancirlo ora è il Masterplan, il documento di programmazione strategica del territorio per i prossimi vent’anni. Le tabelle riassuntive presentate dallo studio Benevolo e pubblicate all'albo pretorio del Comune in attesa delle considerazioni dei cittadini o di eventuali ricorsi parlano chiaro. Dal 1997 al 2014 la città ha perso quasi un milione di metri quadri di verde, 800 mila per l'esattezza. Stiamo parlando di 80 ettari di terreno verde per una città che nel suo complesso si estende su una superficie di 2.632 ettari.

Ma la cosa più interessante è che il verde perso non riguarda l'agricoltura. Nello stesso periodo infatti i terreni coltivati a mele, a vigneti e altro ancora sono aumentati di un ettaro. A guadagnare inesorabilmente spazio è invece il cemento, tutto quello che viene inquadrato nella categoria costruzioni. In 17 anni la bocca famelica delle betoniere si è ingurgitata ben 4 ettari di verde, una buona fetta del quale trasformando il cuneo verde tra Quarazze e la zona dell'ospedale.

In termini percentuali questo significa che il 3% del territorio comunale è passato dal verde al cemento. Altri due ettari, degli 8 che nel 1997 erano classificati come verde, hanno lasciato il posto a cortili e superfici cementate o asfaltate. Da questi numeri si capisce perché di recente l'assessore all'edilizia privata Christian Gruber, che è anche presidente della commissione edilizia, abbia annunciato con particolare soddisfazione che con il Masterplan approvato “avremo finalmente uno strumento concreto - ha detto l'assessore - per bloccare l'espansione della città verso est, sud e ovest, ovvero contro la costruzione nel verde”. Di contro il verde dovrà essere uno degli impegni delle future amministrazioni comunali per creare, al fianco del nastro d'asfalto in tunnel e sotto via Goethe (il secondo lotto della circonvallazione Mebo-Passiria) un percorso ambientale tra Lazago e l'ippodromo di Maia, utilizzando il torrente Passirio, il parco delle Terme e l'intervento di riqualificazione dell'area che oggi ospita tennis, campeggio e circolo ippico.

Uno degli altri interventi in tema verde è previsto per la via Roma, nella sua parte iniziale dall'ingresso in città a rione Sant'Antonio fino all'incrocio con via Parrocchia.

Quel tratto di strada deve diventare, secondo il masterplan, un “tranquillo viale alberato di quartiere”.

Per realizzare questo punto sarà però necessario realizzare un altro svincolo alla Mebo, quello conosciuto come Cafa sud, tra la zona produttiva di Maia Bassa e Marlengo, proposta che risale ormai a quindici anni fa, poi abbandonata per l'uscita all'ex Bosin, che invece a medio termine il Masterplan prevede di eliminare.

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