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Pesca di frodo, a Bolzano decine di segnalazioni

La denuncia della Federazione pescatori: «Catturano anche le specie protette per poi rivenderle sul mercato nero»



BOLZANO. Guardapésca (o guardiapésca): Agente o guardiano incaricato di vigilare sull’osservanza delle norme che vietano o regolano la pesca in determinate zone e stagioni. Questa la definizione fornita dal vocabolario de “La Treccani” per una professione di controllo che, fino a poco tempo fa, non pareva particolarmente rischiosa. Ma le cose sono molto cambiate negli ultimi tempi e a rischio non c’è solo l’incolumità delle guardie ittiche. «Stiamo assistendo ad un vero e proprio saccheggio dei nostri fiumi e dei nostri laghi – spiega Herbert Gostner, presidente del comitato di Bolzano della Fipsas, Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee – perché centinaia di disperati pescano senza alcun permesso e senza alcuna regola, mettendo a rischio l’equilibrio ecoambientale. Non solo, in più di un caso, le guardie intervenute per controllare e identificare le persone sorprese a pescare abusivamente sono state insultate, pesantemente minacciate e le loro macchine danneggiate».
Ma cosa sta accadendo di preciso? «Un esercito di disperati – spiega Alex Losa di Star Fishing Tv e presidente di Fishheads – sta facendo scempio della fauna ittica di fiumi e laghi. Spesso lo fa non solo per sfamarsi, ma dà addirittura il via ad un vero business, vendendo sul posto il pescato. Ovviamente questo tipo di pescatori raccoglie tutto ciò che trova, senza alcun rispetto nemmeno per le regole basilari, come quelli riguardanti la grandezza minima degli esemplari o le trote fattrici. Ho visto gente andarsene con borse piene di pesce per poi venderlo».
Il problema c’è, ma la soluzione appare tutt’altro che facile da trovare. «Abbiamo decine di verbali stilati dai nostri 14 guardiapesca in servizio sul territorio – spiega Gostner, mostrando il contenuto di una cartelletta piena di fogli – ma non servono a niente. Eppure, si tratta di un reato penale. Perché si tratta sempre di cittadini stranieri, senza residenza e, quindi, non rintracciabili. E i nostri verbali non alcuno alcun seguito. Per questo, forti di un’impunità certa, continuano tranquillamente a fare ciò che vogliono, vanificando il lavoro di chi si occupa di semine e ripopolamento delle acque. Noi non possiamo far altro che chiedere alla Provincia di trovare una soluzione che metta fine a questo scempio ambientale. E di trovarla in fretta. Anche perché, per poter pescare, i nostri soci, che sono circa 1200, pagano e sono tenuti al rispetto delle regole, pena sanzioni anche salate. Anche loro, insomma, si chiedono perché sborsare del denaro quando, magari a poche decine da loro, c’è qualcuno che pesca tranquillamente senza autorizzazione e con sistemi illegali». Una situazione, quella che denuncia la Fipsas, che si trovano ad affrontare anche le altre associazioni che gestiscono l’attività di pesca sportiva in Alto Adige. Anche per far fronte a questo nuovo problema, la Fipsas ha completamente rinnovato il proprio sito internet www.fipsasbz.it e, da circa tre mesi, ha aperto il profilo su Facebook Fipsas Comitato Bolzano. «Vogliamo siano strummenti per essere in costante contatto con pescatori e cittadini – conclude Gostner – attraverso i quali poter far conoscere attività e iniziative della federazione, anche per quel che riguarda l’attività subacquea, ma anche raccogliere segnalazioni e proposte». Restare più uniti possibile, insomma, per poter far fronte a questa nuova difficile sfida.
 













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