Piani, linea dura della Svp Via il wi-fi e parco chiuso

La Stella Alpina presenta una mozione per lo spegnimento dell’hotspot La chiusura dell’area con i giochi sarà anticipata di un’ora per precauzione


di Alan Conti


BOLZANO. Manifestazione e contro manifestazione. Residenti inferociti che descrivono i Piani come un moderno bronx metropolitano e residenti più miti che “in fondo, a parte qualche disagio, il rione non è poi così male”. Non è semplice tenere fra le dita il il cerino acceso dall’altra parte della ferrovia. Tante le interpretazioni, molteplici le soluzioni, diametralmente opposti gli orientamenti. Restano, però, aclune criticità: la prositituzione è forse l’elemento di disordine sociale più evidente e poco ha a che fare con i profughi. Poi, certo, la gestione del centro per migranti alla Caserma Gorio è tasto delicato e dirimente.

A tessere le fila, cercando delle soluzioni che siano più concrete delle scritte sui lenzuoli che pretendono di restituire i Piani ai residenti partendo da fronti diversi, si trova la Circoscrizione Centro Piani Rencio. Il che è anche segnale di un certo vuoto da parte del Comune stesso.

L’asse Svp interno al Quartiere, formato dal presidente ArminWidmann e dai consiglieri Patrick Eccel, Philipp Plattner e Johanna Ramoser, ha presentato una mozione ufficiale per alcuni interventi che possano dare respiro alla convivenza. In particolare al parco Premstaller.

«Abbiamo chiesto - spiega Widmann - lo spegnimento delle linee wifi Bz-Free eLunas nell’area verde. Si tratta di un hotspot che non viene utilizzato dai residenti e che comporta un’inutile esposizione a onde radio in un parco giochi dove si fermano i bambini, come l’associazione Elki. Non conosciamo altri posti simili con una linea wifi. Vogliamo che i nostri piccini possano giocare in un ambiente sano». In realtà il bersaglio dei provvedimenti è meno paternale e più sodo: evitare che quotidianamente si registri lo spostamento di decine di profughi in arrivo dalla Gorio nell’area del Premstaller. Arrivano per il segnale web, non è un mistero. «Un hotspot è già presente all’interno del centro di accoglienza. Abbiamo parlato con Volontarius che rafforzerà le proprie linee wifi in modo da garantire l’accesso veloce a più utenze in contemporanea».

Il primo tampone, dunque, sarebbe quello di impedire la navigazione. Un altro tassello, secondo la Stella Alpina, sarebbe legato all’orario di fruizione del parco. Inizialmente si era pensato a una soluzione che permettesse un’area riservata ai bambini durante le pause della scuola. Ipotesi che rimane in piedi, ma che nella mozione viene sostituita da una più netta richiesta di chiusura del parco con un’ora di anticipo rispetto a quanto avviene oggi.

Intanto il Comune viene tirato per la giacchetta da Verdi e Movimento Cinque Stelle. Con una interrogazione e una mozione i consiglieri Ulrike Spitaler, Cinzia Mataloni e Chiara Rabini hanno hanno chiaramente chiamato in causa l’amministrazione cittadina. Da una parte, infatti, si chiede una radiografia statistica di numeri, dimensioni, costi e spazi della struttura di accoglienza all’interno della ex Caserma Gorio. Dall’altra, invece, si invita il Comune ad impegnarsi per designare un referente preciso per i profughi che segua le campagne, organizzi assemblee pubbliche e abbia costantemente il quadro completo di quello che sta accadendo. Stupisce, semmai, che ancora non ci sia.

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