L'opera

Piani, via al polo sanitario da 52 milioni di euro 

Partnership pubblico-privato: la Provincia finanzierà l’opera con 23,6 milioni di euro, i lavori al via entro l’anno. Previsti uffici per 650 dipendenti pubblici e delle Onlus del sociale


Paolo Campostrini


BOLZANO. C'è il costo complessivo definito: 52 milioni abbondanti. C'è anche quello del contributo pubblico ad integrazione: 23.639.125 euro. Adesso c'è anche l'autorizzazione conclusiva del Ppp, Provincia-privati. Infine pure la data di inizio: "Entro quest'anno potremo partire" annuncia Fabio Rossa, l'architetto che ha progettato la nuova "addizione" di palazzo Widmann ai Piani, nel terreno ancora libero alle spalle dell'altro edificio provinciale già operativo poco oltre il sottopasso proveniente da via Renon. "In sostanza, concluse le verifiche previste dalla legge e sul promotore - spiega l'assessore Bessone - si parte. Firme e contratti".

E' stata una storia lunga, quella del polo sanitario. Ma non lunghissima. La procedura ha infatti preso avvio nel 2016 sotto forma di proposta all'interno dello schema di partenariato. La conferenza dei servizi a novembre del '18 ha valutato e avviato alla direttrice conclusiva dell'operazione.

"Si tratta della seconda opera della Provincia che verrà realizzata in collaborazione con i privati, dopo il convitto Fürstenburg a Burgusio" puntualizza l'assessore al patrimonio. All'inizio la Provincia stessa pagherà un canone per l'utilizzo della struttura, poi, al termine del periodo di concessione, l'immobile passerà nella proprietà di palazzo Widmann. Previsti, come da secondo progetto, dopo il perfezionamento del primo, sempre dello studio Rossa su incarico di una società di Dieter Knoll, proprietaria del terreno, tre blocchi che andranno ad ospitare 651 postazioni di lavoro. Totale: circa 50 mila metri cubi. E con tre piani interrati per i parcheggi.

Nel blocco A, ci saranno 451 postazioni e verrà strutturato su cinque piani riservati agli uffici della pubblica amministrazione nel settore sanitario e assistenziale. Oltre 180 posti di lavoro nel blocco B, con sette piani, che sarà invece riservato alle onlus che operano negli stessi settori socio-assistenziali. In questo modo sarà costituito un nuovo polo sanitario con operatività interconnessa e possibili sinergie. L'ultimo blocco, il C, verrà destinato alle attività terziarie e commerciali. Ad esempio previsti un bar, un ristorante ed un asilo nido. In questo modo l'operazione si innesta in quel vasto disegno, per ora abbastanza promiscuo e che in futuro si definirà con i progetti dell'Areale, di riqualificazione dei Piani non solo in senso urbanistico ma soprattutto sociale.

Con l'apparire quindi di nuovi uffici, di personale che vivrà il quartiere soprattutto nelle ore diurne, nell'arrivo a supporto di ulteriori spazi ricreativi e di ristoro.

Dal punto di vista architettonico il progetto adotta una soluzione che prevede un basamento di cemento che sorregge una facciata vetrata costituita da un infisso interno distanziato da una passerella in lamiera con una seconda "pelle" costituita da una vetrata serigrafata. In sostanza un "corpo" che si va ad innestare in un volume di vetro affacciandosi in modo molto visibile nella piazzetta che sarà realizzata a ridosso del nuovo polo sanitario. E così, tra nuova edilizia privata tra la ferrovia e l'ingresso del sottopasso, l'edificio provinciale già realizzato e questo in arrivo e poi l'urbanizzazione attuata nel versante nord, dal Cineplexx fino all'uscita su piazza Verdi, i Piani hanno iniziato già il loro percorso di sganciamento dalla loro vecchia identità di "non luogo" per strutturarsi come un appendice sempre più legittimata del centro.













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