Precari, in vista 250 regolarizzazioni

La giunta provinciale accoglie un ordine del giorno di Urzì. Ora la palla passa all’assessore provinciale Tommasini


di Davide Pasquali


BOLZANO. Per la prima volta la Provincia riconosce il precariato nella nostra scuola, in particolare quello, pesantissimo, che riguarda oltre 250 insegnanti di lingua italiana. La giunta provinciale, durante la discussione della legge sulla scuola, ieri ha infatti accolto un ordine del giorno al proposito presentato da Urzì.

Dopo un lungo confronto ieri è stato approvato dal Consiglio provinciale un ordine del giorno vincolante di Alessandro Urzì (Alto Adige nel cuore) che fissa termini precisi di intervento, nell’ambito delle maglie attualmente dettate dalla Dops (dotazione di organico provinciale supplementare), sin dal prossimo anno scolastico, per “ampliare la possibilità di assumere un maggior numero di docenti a tempo indeterminato”, fermo restando l’effettivo bisogno. L’ordine del giorno è il primo timido passo (anche seguito ai primi pronunciamenti del giudice del lavoro che ha ammesso all’inserimento in ruolo di numerosi insegnanti ricorrenti) verso quello che a detta di Urzì appare ineluttabile, ossia il graduale assorbimento anche in Alto Adige di tutti i precari.

La premessa è d’obbligo: la cosiddetta legge sulla Buona scuola del Governo ha assorbito tutti i precari a livello nazionale. In Alto Adige non è avvenuto. «E i precari nostrani rischiano di rimanere nella totale incertezza per un numero infinito di anni (molti sono precari da oltre 10 anni)». Da qui il pressing messo in atto da parte da Urzì per indurre la Provincia a sbloccare la situazione prima che lo facciano, per tutti i precari, i tribunali.

Ieri l’approvazione «timida e sofferta» del primo passo. Ora si tratterà di verificare come gli impegni verranno mantenuti.

Con l’ampliamento della pianta organica si sarebbe de facto risolto ogni problema. «Non è accaduto - così Urzì - per mancanza di volontà politica da parte degli assessorati alla scuola, ma si è deciso per intanto di operare almeno sui Dops». Urzì ha espresso soddisfazione per il primo passo e l’accoglimento della proposta «ma ora verranno i passaggi più delicati». In ogni caso la Provincia riconosce anche alcuni passaggi fondamentali riassunti nella premessa del documento e che fanno riferimento a una vera e propria ingiustizia per gli insegnati locali. Per paradosso la stessa maggioranza di governo nazionale non ha attuato in Alto Adige le misure del Governo, e ha lasciato lettera morta anche la sentenza della Corte di Giustizia europea del 26/11/2014. «Questo oltre a penalizzare fortemente gli insegnanti precari della scuola altoatesina, produrrebbe nei loro confronti un’ulteriore ingiustizia allorché gli insegnanti che hanno beneficiato dell’immissione in ruolo in altre provincie d'Italia (tramite sentenza del giudice) venissero anche solo provvisoriamente assegnati ad una delle nostre scuole». Ogni anno - si legge nell’ordine del giorno - molti insegnanti corrono il rischio oggi più che nel passato di perdere il lavoro e le prospettive di veder migliorare per il futuro la propria condizione, nonostante abbiano alle spalle numerosi anni di servizio, reso peraltro con grande passione e dedizione. Inoltre, ma non meno importante, «la stabilizzazione del personale docente - ha voluto ricordare Urzì nel documento approvato - permette di garantire la continuità didattica, innalzare la qualità della scuola in quanto limita gli effetti dannosi del continuo turn-over di docenti, un fenomeno che penalizza anzitutto gli studenti e rende arduo per gli insegnanti stessi sviluppare il proprio compito in un'ottica progettuale e professionale». Appare quindi auspicabile intervenire per porre fine ad una situazione che pare dunque penalizzante per gli insegnati precari ancora presenti in provincia di Bolzano.

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