Presi cinque bus che non vanno in salita

Widmann: sono a idrogeno, costano 9 milioni e superano pendenze solo fino al 6%. Urzì: una follia in un momento di crisi


di Massimiliano Bona


BOLZANO. In tempi di crisi e spending review la Provincia ha deciso di destinare 9 milioni di euro all’acquisto di 5 bus a idrogeno, da utilizzare sulle strade altoatesine, per poi scoprire (o forse lo sapeva dall’inizio?) che questi mezzi non sono in grado di affrontare pendenze superiori al 6 per cento. Ciò significa che i nuovi autobus rischiano di fare fatica persino a superare ponte Druso, ovvero uno dei punti nevralgici della circolazione cittadina. Si preannunciano difficoltà non da poco anche in via Castel Flavon, in via Cadorna o sui ponti Palermo e Resia. A sollevare il caso, con un’interrogazione in consiglio provinciale, è stato Alessandro Urzì, che sta seriamente valutando se presentare un esposto alla Corte dei Conti. A rispondere è stato l’assessore alla mobilità Thomas Widmann che spiega i dettagli dell’investimento, contestato da più parti: «L’azienda che costruisce i 5 autobus è la EvoBus, affiliata alla Daimler. I mezzi sono destinati a Bolzano e dovranno sostituire autobus a combustione interna (diesel o metano). Ad Amburgo, Oslo, Londra, Amsterdam e Milano i percorsi sono principalmente urbani, mentre in Canada, California e a Colonia coprono tragitti extraurbani».

Curioso, appunto, il discorso delle pendenze. «In Canada non vengono usati su percorsi con una pendenza superiore al 6%, in Svizzera circolano su tratti con una pendenza media dell’1% con tratti intermedi di qualche centinaio di metri con pendenza fino al 7%». È lo stesso Widmann a precisare che gli autobus «a cella combustibile» (idrogeno) «sono idonei per percorsi tipicamente urbani, su linee di servizio pianeggianti e con eventuali modesti dislivelli». I cinque autobus fanno parte del progetto europeo “Chic” con durata dal 2010 al 2016. «I 9 milioni non riguardano solo l’acquisto dei mezzi ma - sottolinea Widmann -anche la manutenzione, l’assicurazione dei veicoli, le spese di servizio, il rilevamento dell’impatto ecologico e l’adattamento del deposito e dell’officina del concessionario». Il progetto dei bus a idrogeno rafforza, secondo Widmann, «la percezione della Provincia a livello nazionale ed europeo come Green region».

Duro il commento di Alessandro Urzì. «Un spesa di 9 milioni di euro per 5 mezzi che non vanno in salita in una terra come l’Alto Adige appare quantomeno paradossale. È la stessa Provincia, poi, ad ammettere che non rientrerà mai da questo investimento . L’unico motivo addotto dall’assessore Widmann per giustificare la spesa è “la percezione della Provincia di Bolzano come Green region e area attenta alle problematiche ambientali”. Ritengo si tratti semplicemente di una follia. Si sottraggono risorse ai servizi sociali per rafforzare l’idea che l’Alto Adige coltivi una politica di rispetto ambientale? Questi investimenti si potevano lasciare ai centri di ricerca, senza farsene carico in via diretta con risorse pubbliche. Questo acquisto grida vendetta al cielo. Ora studierò un esposto dettagliato da inviare alla Corte dei Conti per verificare se questa spesa sia compatibile o meno con l’interesse pubblico che dovrebbe sempre e comunque perseguire la Provincia».

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