Pressing per la «zona gialla» e regole meno severe per Natale 

Oggi Provincia ed Asl in videoconferenza col ministero della Salute. A colloquio col direttore della Prevenzione per riclassificare l’Alto Adige. I parametri restano ancora alti: ieri altri 10 decessi mentre sono 427 i ricoverati


Valeria Frangipane


Bolzano. L’Alto Adige scopre una volta di più le sue carte sperando che Roma accetti di mollare. Due gli obbiettivi: passaggio rapido da zona arancione a gialla e libertà di movimento tra Comuni il 25, 26 e primo gennaio.

Oggi il presidente Arno Kompatscher, gli assessori Thomas Widmann e Arnold Schuler ed i vertici Asl incontrano infatti in videoconferenza Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute. L’Alto Adige va veloce perchè vuole togliersi di dosso la “zona arancione” - ottenuta solo domenica - ed anticipare la “gialla”. Vuole avere più libertà di movimento per spostarsi e per consentire ai turisti di arrivare dalle altre regioni visto che gli alberghi possono aprire. E vuole farlo in fretta per evitare di arrivare al 21 dicembre, visto che da quella data al 6 gennaio l’ultimo decreto legge vieta (su tutto il territorio nazionale) ogni spostamento in entrata ed in uscita tra i territori di diverse regioni o province autonome e vieta oltretutto ogni spostamento tra comuni il 25, il 26 ed il primo di gennaio.

L’assessore alla sanità - Thomas Widmann - l’ha detto e ripetuto: «Assurdo che non si possano andare a trovare i genitori anziani che abitano nel comune vicino e condannarli alla solitudine. Questa faccenda del 25, 26 e del primo gennaio non va».

E il Covid? Sembra non ci siano problemi perchè le famiglie si stanno organizzando a suon di test rapidi, fatti ovviamente in privato.

L’Alto Adige nel pressing al Governo è ben sostenuto da altre Regioni e Province che stanno combattendo la stessa battaglia.

Solo ieri il governatore del Trentino - Maurizio Fugatti - ha detto che la questione “spostamenti” sarà riproposta formalmente da Regioni e Province autonome per chiedere al Governo di trovare appunto una mediazione rispetto alle chiusure previste dal 21 dicembre al 6 gennaio: sia per gli spostamenti delle persone che per le aperture dei ristoranti». Pressione che si concretizza anche in Senato con una mozione del centrodestra in discussione oggi. L’Alto Adige spera comunque di portarsi avanti e punta alla riclassificazione anche se i dati restano pesanti. Ieri si sono contati ancora 10 decessi (tra cui con una donna over 45 ed un uomo over 50 con gravi patologie pregresse, col totale che sale a 604 vittime) mentre sono 427 i pazienti ancora ricoverati di cui 30 in Rianimazione. Sperare in un upgrade del colore è difficile ma il traguardo non è irraggiungibile: l’Alto Adige dovrebbe però scendere in breve ed avere il 40% dei posti letto occupati in Area medica mentre oggi è al 47% ed il 30% nelle Rianimazioni mentre oggi supera il 40%.













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