Prof lesbica, Istituto Sacro Cuore all’attacco

Il caso di Trento, nuova versione della scuola: «Parlava di sesso: lamentele dai genitori»



BOLZANO. Al quarto giorno da quando il caso della docente non confermata al Sacro Cuore di trento perché «sospettata» di essere lesbica è esploso sulla stampa, arriva la quarta versione dell’Istituto scolastico. «Varie persone avevano espresso lamentele riguardo ai discorsi dell'insegnante sulla sessualità, considerandoli inopportuni, fuori luogo e non compatibili con l'ambiente scolastico», scrive la scuola in una nota diffusa ieri mattina.

Un caso arrivato alla ribalta della cronaca nazionale, con il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini che ha annunciato un'indagine del ministero: «Se emergesse una discriminazione di tipo sessuale saremo severissimi»". E un approfondimento è stato annunciato anche dal presidente della Provincia Ugo Rossi, che è anche assessore provinciale all'istruzione. La docente ha ribadito anche nelle ultime ore di essersi sentita "umiliata" dalle domande rivoltegli della madre superiora del S.Cuore, Eugenia Libratore: «La mia vita privata è e resta privata. Ero indignata che mi venissero contemplate delle soluzioni riparative».

Ieri nuovo sviluppo della vicenda con l’ennesima presa di posizione della madre superiora dopo quella del primo giorno («Il mancato rinnovo dei contratti a termine è dovuto ad esigenze di bilancio»), e le due successive, le dichiarazioni al Corriere della Sera («Siamo una scuola cattolica, dobbiamo tutelare l’ambiente scolastico sul piano etico morale») e quelle all’Ansa («Volevo solo capire come viveva la sua situazione»). Ieri il Sacro Cuore ha precisato che «l'insegnante non è abilitata ed ha insegnato con contratto a tempo determinato» e che «il contratto, con inizio 2 settembre 2013, era scaduto il 30 giugno 2014». Poi è tornato sul merito del colloquio con l’insegnante: «Il colloquio di carattere privato con la madre superiora è avvenuto a metà luglio ed aveva carattere interlocutorio che riguardava esclusivamente il progetto educativo della nostra scuola paritaria cattolica per eventuali disponibilità di lavoro ora non presenti, gli incontri ufficiali per quanto riguarda i contratti di lavoro rientrano nelle competenze dell’amministratore. Ciò accade perché quando un insegnante che ha collaborato con la scuola non può essere riconfermato, come già accaduto più volte, si cerca ugualmente di tenere un rapporto per il futuro, qualora le condizioni cambino (aumento degli iscritti e del monte ore disponibile)». E qui l'istituto prosegue con una ricostruzione finora inedita: «Nel colloquio, non dirimente, si voleva solo capire qualcosa di più riguardo ad alcune lamentele espresse da alcuni genitori, alunni e colleghi, riguardo ad alcune sue affermazioni in classe (varie persone avevano espresso lamentele riguardo ai discorsi dell’insegnante sulla sessualità, considerandoli inopportuni, fuori luogo e non compatibili con l’ambiente scolastico; la voce era arrivata anche, tramite gli alunni, a dei colleghi, cui gli stessi ragazzi si erano rivolti, turbati)». Un risvolto della vicenda che non era mai emerso dalle precedenti versioni della madre superiora, che non aveva mai fatto cenno a lamentele sulla condotta professionale della docente. Anzi, la stessa insegnante, mai smentita, aveva dichiarato che nel colloquio la madre superiora aveva apprezzato il suo lavoro.

E ieri a docente, apprese le nuove dichiarazioni del Sacro Cuore, ha replicato con durezza (l’intervista integrale sul sito www.giornaletrentino.it): «Di fronte alla potenza degli insulti io ho l'arma della verità. Non ho paura di niente. Mi auguro che le famiglie e gli studenti si indignino ed esprimano il loro dissenso. Perché quello che sta accadendo non è giusto». «Siamo di fronte a una persona (la madre superiora, ndr) che non ha più argomenti. Pensa di infangarmi, un po' me l'aspettavo». L’insegnante smentisce categoricamente di aver mai affrontato temi inerenti la sessualità a scuola: «Non sono temi pertinenti con il programma della mia disciplina». Racconta della solidarietà ricevuta anche ieri dai suoi ex colleghi del Sacro Cuore: «Mi hanno detto che a nessuno di loro è mai passato per la testa di dire le cose citate nel comunicato». Non è stata ancora contattata da ministero e Provincia, ma spera che lo facciano, e presto. «Non intendo essere ulteriormente insultata», dice, e si riserva di valutare azioni legali. «Ho grande fiducia che questo episodio possa essere la scintilla che porta ad azioni tangibili contro le discriminazioni. Lo vorrei non solo per me ma per il mio Paese».













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