«Pronto soccorso, servono i lavori di ampliamento»

La direttrice Pechlaner: non è strutturato per l’afflusso di 200 persone al giorno Al Tappeiner in arrivo una struttura per poter monitorare più a lungo i pazienti


di Simone Facchini


MERANO. «Il progetto di ampliamento è assolutamente necessario». Lo afferma lo stesso comprensorio sanitario riferendosi al Pronto soccorso dell’ospedale di Merano. «Non è strutturato per poter fare fronte ad un afflusso di circa 200 persone al giorno», sottolinea la direttrice del comprensorio Asl, Irene Pechlaner.

L’occasione per fare il punto sulla situazione dei nosocomi della città del Passirio e di Silandro è stata data dal recente incontro tra la direzione del Comprensorio sanitario di Merano ed i rappresentanti delle Comunità comprensoriali Burgraviato e Venosta.

In linea di massima sia l'ospedale di Merano che quello di Silandro segnano note positive nell'erogazione di prestazioni. Gli accessi al servizio di Pronto soccorso di ambedue gli ospedali, rispetto al dato dell’anno precedente, sono rimasti perloppiù immutati.

La Divisione di Psichiatria dell'età evolutiva e psicoterapia aperta l'anno scorso, ultimo tassello della rete assistenziale provinciale, con l'assistenza ambulatoriale, il day hospital e la stazione di degenza, si è instaurata bene e si è potuto assumere anche il personale dedicato.

In ambito oncologico si registra un aumento annuale della spesa che si aggira sul 3-4%; in parte deriva dall'aumento di queste patologie ed in parte anche dai costi sempre più elevati delle tipologie di farmaci necessari. Il dottor Roland Döcker, coordinatore sanitario, ha spiegato che ora ogni singolo caso viene trattato interdisciplinarmente (tumorboard), ossia sottoposto a più specialisti che decidono insieme la miglior terapia possibile. «In questo modo, a ciascun paziente oncologico, viene garantita la terapia ottimale, indipendentemente dai costi o dal livello di conoscenze individuali del medico che ha in cura il paziente», così Döcker.

Le uscite a bilancio riguardano soprattutto quelle relative al personale che hanno rivestito circa il 52% delle risorse. Anche qui si è cercato, per quanto possibile, di ridurre le spese invitando i collaboratori a godere degli straordinari e dei giorni di ferie maturati.

Benché in Alto Adige, rispetto al resto d'Italia, si usi parsimonia nell'impiego di farmaci, attraverso i punti di distribuzione dei medicinali, si sono potuti registrare dei risparmi nei rimborsi. Per mezzo della fusione in un cosiddetto dipartimento, come nel caso del laboratorio, si sono potute realizzare delle sinergie. In ambito radiologico, l'impiego di nuove apparecchiature garantisce una refertazione diagnostica di alto livello.

All'ospedale di Silandro è in corso la ristrutturazione del tratto-degenze che richiede un buon controllo della gestione-letti. «Si è dimostrata ottimale la separazione dei letti per pazienti acuti da quelli programmati. Questa distinzione verrà adottata anche dopo la ristrutturazione», sottolinea Irene Pechlaner.

Come sempre, una difficoltà è rappresentata dal reperimento di specialisti di alcune branche, come ad esempio, per quanto riguarda la pediatria. Infine all'ospedale di Merano è stato pianificato l'insediamento di una struttura cosiddetta di «intermediate care» per poter monitorare più a lungo i pazienti, che presentano quadri clinici definiti. Ciò si è reso necessario nei casi di interventi più complessi, che vengono eseguiti dall'assunzione del nuovo primario, il professor Heinrich Pernthaler.













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