Il caso

Provincia, allarme sulla cyber-sicurezza 

Lettera ai dipendenti: possibili ripercussioni locali della pesante guerra sotterranea in atto fra hacker sostenitori della Russia e dell’Ucraina. La responsabile per la cyber-security Simonetta Maina: «Si teme un effetto domino. Gli attacchi possono colpire anche via sms o Whatsapp. Non solo pc o email» 



BOLZANO. Priorità alta. Mittente la ripartizione informatica. Destinatari i dipendenti provinciali ma non solo, per esempio pure le scuole. Coinvolti circa 20 mila devices fra pc, laptop e via connettendo. Il succo? Attenzione agli attacchi degli hacker. Potrebbe magari sembrare un’esagerazione, ma mai come nel caso della guerra russo-ucraina il conflitto si è spostato anche in campo informatico. La geografia? Spazzata via dalla globalizzazione. E la guerra non è più solo fisica ma cibernetica. E così si rischia un effetto domino anche al di fuori dei due paesi coinvolti. Alto Adige compreso.

“Già da parecchi giorni le autorità competenti mettono in evidenza la costante crescita di rischi cyber a causa degli eventi internazionali che stanno interessando da vicino l’Europa”. Questo l’incipit della missiva spedita dalla ripartizione informatica ai dipendenti provinciali. Informatica Alto Adige SpA, società in house della Provincia, “monitora costantemente tutti gli scenari al fine di prevenire attacchi e problemi di sicurezza, oltre che per fronteggiare eventuali emergenze derivanti da rischi di cybersecurity”.

Nonostante ciò, ai dipendenti ora si chiede di: “Prestare la massima attenzione nella gestione di sms e messaggistica istantanea (Whatsapp, Telegram, Messenger) che potrebbero bypassare i nostri sistemi di protezione ed essere veicolo di malware”. Si chiede inoltre di “fare un'attenta valutazione delle mail ricevute (sia normali che pec)”. Anche per le mail apparentemente legittime “è il caso di valutare sempre e attentamente gli allegati e i link in esse contenuti. In caso di dubbi non aprire mai gli allegati o navigare sui siti in esse proposti”. Infine, si chiede di “fare attenzione a qualsiasi stranezza o anomalia, anche banale, sulle apparecchiature utilizzate per attività lavorativa: potrebbero essere indice di compromissione”. In parte, si tratta di consigli normali, usuali. Gli stessi che raccomandano la polizia postale e delle telecomunicazioni o l’agenzia nazionale per la cyber sicurezza. Della serie: se trovi una chiavetta Usb nel tuo ufficio e non hai certezze da dove arrivi, evita di infilarla nel computer. E attacchi informatici, per strutture di dimensioni notevoli come quella provinciale, dove i computer assommano a circa 20 mila, mentre gli utenti sono di più (si pensi a un pc usato da più studenti), sono se non frequenti quanto meno assai probabili. Ma qui, ora, si va oltre.

La conferma arriva da Simonetta Maina, referente sicurezza informatica della Provincia. «Si è scritto ai dipendenti anche per via degli input statali, da parte del Csirt Italia e dell’Agenzia per la cyber sicurezza. La guerra non è più solo fisica ma è anche cibernetica. Gli attacchi degli hacker fra Russia e Ucraina sono fortemente aumentati e si teme un effetto domino, uno spillover, come durante la pandemia». Gli attacchi rischiano di non rimanere relegati all’Est, ché viviamo nell’interconnessione globale.

«La questione non è più geografica, ma ha sfumature molto più complesse. Dove possibile adesso si deve accelerare sulle misure di sicurezza». Il primo passo è sensibilizzare le persone, che sono il punto debole del sistema. «I possibili attacchi non riguardano solo i computer o le email, possono arrivare anche via cellulare, per sms, per Whatsapp. L’aspetto più sottile: si parla tanto di sanzioni economiche. Ecco, ci vanno di mezzo i canali finanziari e così nessuno rimane fuori».

Si può diventare nemici incidentalmente, «ma non dimentichiamoci che l’Italia è classificata come Stato ostile». Insomma, quel che si temeva da decenni si sta avverando. «Ora, sono molto attivi hacker sia filo-russi che filo-ucraini. La cyber war è uno dei fronti su cui si gioca la guerra». Ma in Provincia si è cominciato ad aver il sentore di un aumento delle ondate di malware e fishing? «Le campagne di infezione avvengono periodicamente, quindi è difficile attribuirle a questa o ad un’altra causa». Le Pa, in particolare, già in genere sono tutt’altro che esenti. Figurarsi ora. «Dobbiamo vigilare». DA.PA.













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