Provinciali, offerti 90 milioni per 3 anni

Kompatscher si è seduto per la prima volta al tavolo delle trattative. Scartata l’ipotesi 36 ore. I sindacati: «Ci pensiamo»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Per cercare di sbloccare l’impasse sul rinnovo del contratto dei provinciali (ma anche dei comunali) ieri il governatore altoatesino Arno Kompatscher ha deciso di metterci la faccia e di sedersi al tavolo delle trattative con i sindacati, al fianco dell’assessore Waltraud Deeg e del direttore generale Hanspeter Staffler. Scartata l’ipotesi delle 36 ore con il venerdì corto la Provincia ha deciso di mettere sul piatto 90 milioni di euro per tre anni: 15 per il 2016, 30 per il 2017 e 45 per il 2018. Per la giunta provinciale si tratta di un proposta economicamente (molto) importante, che va ben al di là della cifra che era stata inizialmente preventivata. Quindi il messaggio lanciato ai sindacati ha tanto il sapore di un ultimatum: «Prendere o lasciare». Le parti si sono lasciate con l’impegno di rivedersi il 12 aprile, data nella quale si potrebbe anche clamorosamente chiudere o andarci vicino. Viste le premesse alla vigilia dell’incontro di ieri è stato fatto (quasi) un miracolo. «Il clima è stato abbastanza positivo - spiega Gianluca Moggio del Gs - e i rappresentanti sindacali delle varie forze hanno apprezzato la presenza di Kompatscher. Dopo aver ascoltato la proposta sul piatto abbiamo deciso di prendere tempo e di fare i necessari passaggi assembleari, nei quali sentiremo cosa ne pensano i lavoratori».

I sindacati – di milioni di euro - lo scorso anno ne avevano chiesti oltre 100 ed avevano precisato che si trattava comunque «della cifra minima possibile» per compensare almeno in parte la perdita del potere d’acquisto (circa il 10 per cento) legata ai mancati rinnovi dal 2010 in poi. Kompatscher ha aggiunto che «alla luce della prevedibile riduzione delle risorse a disposizione, in futuro sarà necessario ragionare sulla base di modelli innovativi e sostenibili, non riducendo la trattativa alla sola parte economica».

Addio alle 36 ore. Paradossalmente è stata scartata la soluzione che avrebbe fatto risparmiare più quattrini all'amministrazione e che avrebbe consentito al contempo di fare qualche assunzione. Vediamo in che modo. I dipendenti attualmente fanno 38 ore e due ore in meno avrebbero consentito loro di avere il venerdì libero, con vantaggi enormi sia per chi ha famiglia ma anche per chi vive lontano da Bolzano (i pendolari sono moltissimi). Sarebbero stati ridotti i costi di luce e riscaldamento dei palazzi provinciali e l'idea di garantire un servizio lungo (senza pausa pranzo) al giovedì era parsa a molti un ottimo compromesso. Tra l’altro sia il personale della giustizia (che passerà alla Regione dal primo gennaio 2017) che quello delle Agenzie fiscali e dei Comuni fanno già 36 ore.

Il personale della giustizia. Un’altra partita importante che sta giocando la Provincia di Bolzano, assieme a Trento, è quella relativa al passaggio dei dipendenti della giustizia dallo Stato alla Regione. Si tratta, in totale, di oltre 400 persone, di cui 170 altoatesini. L'ultimo faccia a faccia si è svolto venerdì scorso a Trento e al tavolo, con i sindacati, c'erano il governatore trentino Ugo Rossi e il segretario generale della Provincia di Bolzano Eros Magnago. Le due Province hanno sostanzialmente risposto picche ai sindacati che chiedevano che per i dipendenti, una volta passati alla Regione, fosse possibile la ricostruzione delle carriere, con benefici maggiori dal punto di vista economico. «Ciò comporterebbe una spesa non sostenibile», spiega lo stesso Magnago.

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