Quartiere assediato dallo smog I residenti: «Chiudere a tempo»

Verdi: «Sforamenti ormai cronici per gli ossidi: superano i 40 microgrammi per metro cubo» La proposta: «Va fermato il traffico dei pendolari con una limitazione da nord nelle ore di punta»


di Alessandro Bandinelli


BOLZANO. Oggi la nostra inchiesta sui problemi di Oltrisarco prosegue con un focus in particolare sulla questione dell’inquinamento. Iniziamo con il dato più preoccupante, quello relativo alla presenza degli ossidi di azoto, che secondo i rilevamenti dell’Appa, l’agenzia provinciale per l’ambiente, a Oltirisarco supererebbero sistematicamente i limiti dei 40 micro grammi per metro cubo su media annua. Un problema non da poco, se si considera che gli ossidi di azoto (NO2) causano problemi seri alle vie respiratorie e di conseguenza al sistema cardiocircolatorio.

Secondo Luca Verdi, direttore della ripartizione all’Ambiente, c’è un unico responsabile all’ossido di azoto, il traffico. E Oltrisarco, di traffico, ne ha da vendere. In un piccolo spicchio di città infatti passa di tutto: l’A22, l’arginale, la linea ferroviaria, e i pendolari, che durante l’ora di punta stringono via Claudia Augusta in una morsa micidiale di auto incolonnate. A questo si aggiunge una particolare conformazione orografica del terreno, che non favorisce Oltrisarco: «La montagna alle spalle di Oltrisarco e il Virgolo formano un’ansa, che in particolari condizioni atmosferiche tende a trattenere l’inquinamento che si origina a valle e nella vicina autostrada, proprio come l’ansa di un fiume che trattiene i detriti e le scorie. È per questo che nella centralina di Via Claudia Augusta, registriamo spesso sforamenti», spiega Verdi. Secondo Verdi sono due gli agenti inquinanti: «Le polveri sottili, conosciute come PM 10, un problema che si è notevolmente ridotto negli ultimi anni grazie all’aggiornamento dei motori euro 4 e a causa dei cambiamenti nel nostro panorama industriale, che ha visto sia la chiusura di diversi impianti in zona, che la revisione dei sistemi di filtraggio degli scarichi degli impianti. Resta il problema dell’altro agente inquinante, l’ossido di azoto, appunto. E qui il problema come detto è tutto legato al traffico». Secondo Verdi proprio l’autostrada sarebbe il problema principale: «Con l’autostrada così vicina al centro abitato gli strumenti per limitare l’inquinamento in mano all’amministrazione locale non sono molti. Alcune contromisure secondo Verdi potrebbero essere «limitare la velocità nei tratti urbani, dal momento che le emissioni aumentano anche di un 20-30 per cento con la velocità; spostare il traffico dalla gomma alla rotaia; attuare un politica sui pedaggi che rispetti il livello di emissioni dei veicoli; costruire barriere antirumore che schermino dalla ricaduta sui primi vicini delle polveri dell’NO2, e da ultimo portare avanti l’idea della variante dell’A22 in galleria». Tutte misure che prevedono un accordo con Roma, ma secondo Verdi «al momento da quel punto di vista lì purtroppo si sta muovendo poco». Qualcosa però si può fare anche a livello locale: «Certo, se ognuno di noi facesse qualcosa, spostando gran parte del traffico cittadino su mezzi pubblici, e su piste ciclabili potremmo fare molto». Paolo Florio è promotore della rivista “Taxi”, da nove anni occhio vigile del quartiere di Oltrisarco. Secondo Florio «bisogna combattere il traffico dei pendolari, estendendo il divieto di ingresso al quartiere anche da nord nelle ore di punta. Questo è un traffico che non porta assolutamente nulla al quartiere se non inquinamento». Il vigile del quartiere Maurizio Benedetti aggiunge: «La pista ciclabile è una cosa ottima per il quartiere, ma ha anche ristretto la carreggiata rendendo ancora più facile gli ingorghi. Per questo occorre ancora fare qualcosa. Limitare gli ingressi nel quartiere? Potrebbe essere una soluzione». Per Kevin Morghen, abitante e consigliere di circoscrizione «l’apertura del Twenty ha appesantito la viabilità di tutta la zona e di conseguenza anche sul traffico che si riversa su via Claudia Augusta».

Ma l’inquinamento atmosferico non è l’unico problema. Molti cittadini lamentano il problema dell’inquinamento acustico. Molto si è fatto con le barriere antirumore, ma tanto resta da fare. Odino Bisinella vive a sei metri dalla ferrovia e a settanta dalle acciaierie: «Fino al 2008 con le polveri ci riempivo un sacchetto, adesso le cose vanno meglio, ma il rumore è rimasto».

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