Quel locale anni ’80 che ha segnato intere generazioni

Angelini, lo storico gestore: «Ho vissuto l’epoca d’oro Se volevi incontrare qualcuno dovevi passare da noi»


di Riccardo Valletti


BOLZANO. Si sono riuniti tutt’intorno alle transenne per dare un’ultima occhiata alle macerie fuligginose del pub che ha segnato almeno un paio di generazioni di bolzanini. Sono gli avventori degli anni ’80 e ’90, ora padri e madri di famiglia, che all’angolo di piazza Mazzini ci hanno trascorso le loro serate indimenticabili, prima di infilarsi nelle discoteche dove impazzavano i Pet Shop Boys e vedeva la luce la musica house. Un locale che è rimasto sostanzialmente uguale a se stesso nel corso dei decenni: stessi interni, stesse insegne, stessi colori, stesso nome. Lo aveva aperto nel 1980 Giorgio Alderucci, che proveniva dall’esperienza della gelateria «Patrizia». Otto mesi dopo, aprile 1981, sono subentrati Mirko Angelini con la moglie Danila, che lo hanno gestito fino al 2010. Il rogo del New Pub brucia un pezzo di storia della città, assicura Angelini. «È stato il primo pub della città – racconta Angelini, molto colpito dalla notizia dell’incendio – con i nostri aperitivi e le nostre feste abbiamo creato una moda, per anni siamo stati il punto di riferimento di tutta una generazione, se volevi incontrare qualcuno bastava che venissi al New Pub, di sicuro era lì».

Gli anni ’80 trascorsi all’insegna dei «fighetti», sorride l’ex gestore, «era la moda, c’erano sciami di ragazzi che si muovevano in città e avevano bisogno di un punto di aggregazione, poi la serata proseguiva in discoteca, ma l’aperitivo al pub era un must, se volevi stare sulla scena era un passaggio fondamentale». Poi la scena si è aperta al grande pubblico, prosegue Angelini, «con gli anni ’90 è cambiato tutto, la città era tutta un fermento e le famiglie erano agiate, il New Pub cambiò pelle e si fece trasversale, ci potevi trovare davvero di tutto». Oggi di quei tempi restano solo quintali di cenere e tizzoni, «appena ho saputo quello che era successo sono corso a vedere coi miei occhi, mi ha fatto una pena infinita, anche perché non credo che qualcuno lo rimetterà in piedi». Investimenti troppo grandi per un locale di dimensioni importanti, «i tempi sono cambiati, e forse è giusto anche che il nuovo locale, sempre che non si trasformi in un altro tipo di negozio, sia lo specchio di questo cambiamento; ma questo periodo non è propizio, sarà veramente difficile».

Ad Angelini nel 2010 è subentrato come gestore Salvo Faija. «Io conservo dei ricordi bellissimi, e sento il privilegio di aver vissuto il periodo di massimo splendore», racconta Angelini. Nel suo archivio restano tante fotografie dell’epoca dei fasti, tra ospiti illustri e partite di calcetto, feste e sorrisi, compresa quella serata in cui avevano messo i tavoli sotto i portici e davano il voto con le palette a tutte le ragazze che passavano: «Eravamo dei pazzi – sorride Angelini – abbiamo dovuto smettere perché le ragazze ormai erano terrorizzate dal voto...».

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