Quote rosa ignorate, diffidati i sindaci

Le Pari opportunità: «Applicare subito la sentenza del Tar su Ae». Una lista di 65 nomi per sfidare Spagnolli: «Non siamo sceme»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Dopo il Tar, il caso del mancato rispetto delle quote rosa nell’Azienda energetica finisce in tribunale. È partita ieri una diffida ai sindaci Spagnolli e Januth. Sono passati due mesi e mezzo dalla sentenza del Tar che ha dichiarato illegittimi gli atti con cui i Comuni di Bolzano e Merano nell’autunno del 2010 designarono i componenti del consiglio di amministrazione: Giovanni Perini, Josef Auer, Alex Janes, Anton Gögele e il presidente Massimiliano Sturaro. Solo uomini, in violazione delle norme sulle quote rosa. Dopo ripetute promesse non mantenute da parte dei sindaci Spagnolli e Januth di applicare la sentenza, e ignorate discussioni nei consigli comunali, ieri sono scese in campo la consigliera di parità Simone Wasserer e la presidente della commissione provinciale pari opportunità Ulrike Oberhammer, firmatarie dei ricorsi al Tar. Hanno convocato una conferenza stampa per rafforzare il pressing sui due sindaci, che si erano impegnati a sollecitare le dimissioni di due consiglieri di amministrazione, per consentire l’ingresso di due donne. «I sindaci e il vicesindaco bolzanino Ladinser ci avevano assicurato che entro la fine di settembre il caso sarebbe stato chiuso. Non è stato così», ha accusato Simone Wasserer, che ieri ha mosso un nuovo passo legale: ha spedito ai sindaci di Bolzano e Merano una diffida in cui viene chiesto di applicare entro dieci giorni la sentenza del Tar del 18 luglio. In caso contrario, inizierà il procedimento al tribunale civile. Spiega Simone Wasserer: «Il Tar ha dichiarato illegittimi gli atti dei Comuni di designazione, mentre non è stata toccata la nomina vera e propria del Cda effettuata dalla assemblea dei soci. La nostra causa civile andrebbe a toccare questo secondo aspetto. Speriamo però che questa situazione assurda termini prima».

Wasserer e Oberhammer ieri non si sono presentate sole. La loro protesta è stata sostenuta da altre esponenti della commissione pari opportunità e da esponenti politiche della Svp e dei Verdi, da cui era partita la segnalazione: assessore regionale Martha Stocker, Franca Toffol (vicepresidente commissione), assessore comunale Patrizia Trincanato, consigliera comunale Cristina Kury, consigliera Sylvia Hofer, Angelika Margesin (leader donne Svp)e Judith Gögele. Critiche severissime ai sindaci per la gestione della vicenda, con un sovrappiù verso le esternazioni di Spagnolli, che ha addotto come giustificazione: «Non ho trovato una donna di mia fiducia in grado di meritare l’incarico». La replica: «Spagnolli dà delle stupide e delle incompetenti a tutte le donne bolzanine». Pragmatica e gelida Ulrike Oberhammer: «Speriamo che alle prossime votazioni le elettrici ricambino la stima dimostrata da Spagnolli nei loro confronti...».

Sui nomi Spagnolli viene smentito. Inizia Wasserer: «Tempo fa ho detto a Spagnolli che abbiamo un elenco di donne competenti del settore, in grado di entrare nel Cda di Ae. Non l’ha mai chiesta». I nomi possibili sono decine, aggiunge Oberhammer: «La lista è pubblica. Da due settimane è on line il sito www.donne-eu.net: nella pagina “esperte” si sono già iscritte 65 donne altoatesine con competenze in diversi settori ». Tra queste, professioniste e anche politiche come Luisa Gnecchi, Rosa Thaler Zelger e Sabina Kasslatter Mur . Oberhammer è sferzante: «Ho detto a Spagnolli e Ladinser che porterò da loro il mio computer portatile, così scorriamo la lista on-line. Sapranno leggere almeno...». Rinforza il carico Sylvia Hofer: «Anch’io ho una lista di donne con i curricula adatti alla Ae. L’ho consegnata a Ladinser. Inutilmente». E alla fine Patrizia Trincanato sbotta: «Smettiamola con questa storia delle competenze: alle donne viene chiesto di sfoderare curricula da scienziate e agli uomini? Vado alle riunioni di maggioranza sulle nomine, so come vengono scelti gli uomini dei Cda». La sensazione è di una generale presa in giro: «I sindaci hanno preso tempo incontrandoci una volta e un’altra volta, poi hanno promesso che sarebbero arrivate due dimissioni. L’obiettivo? Prendere tempo. Il Cda scadrà in primavera. Finiranno per dirci “ormai manca poco tempo...”». L’unica consolazione, ricorda Martha Stocker, è che «con la nuova legge provinciale è sparita ogni ambiguità. Casi simili non accadranno più».

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