Raccolta mele, lavoratori in nero

La Guardia di finanza nel Burgraviato: 15 gli irregolari su 17 controllati, tutti in arrivo dai Paesi dell’Est


di Ezio Danieli ; di Ezio Danieli


MERANO. Il lavoro irregolare o, peggio ancora, in nero è una realtà pesante. Implica infatti, oltre ai danni per il lavoratore, anche conseguenze per il fisco. Il nostro territorio sembrava poco coinvolto da questo fenomeno, ma un'operazione della Guardia di finanza, effettuata nei giorni scorsi fra i meleti ed i frutteti del Meranese, ha consentito di accertare la presenza di alcuni lavoratori - provenienti tutti dai Paesi dell'Est - che raccolgono frutta e la cui posizione non era proprio in sintonia con le disposizioni di legge. Si tratta di 17 lavoratori impegnanti nella raccolta, 15 erano irregolari e di questi 13 lavoravano completamente in nero.

Le imprese contadine, che utilizzavano questi lavoratori, finiranno nei guai, aggravati dalle recenti disposizioni di legge che hanno inasprito le conseguenze. Nel quadro di un'ampia azione di controllo del territorio in particolare per garantire la sicurezza dei cittadini soprattutto alla luce dei recenti episodi di micro-criminalità, la Guardia di finanza non dimentica i suoi compiti istituzionali e verifica anche le persone circa il motivo e la regolarità della loro presenza.

L'attenzione è stata rivolta in particolare nei confronti di coloro che sono impegnati nella raccolta di mele. I militari delle Fiamme gialle hanno così portato a termine nei giorni scorsi alcuni importanti interventi nell’ambito del contrasto al lavoro irregolare e “in nero”, riscontrando numerosi casi di sfruttamento del sommerso in agricoltura, rilevando che aziende agricole del Meranese impiegavano numerosi lavoratori non in regola con quanto prevede la legge.

I controlli sono stati intensi e meticolosi in varie zone del Burgraviato dove in questo periodo si procede con la raccolta delle mele. La percentuale di irregolarità è stata significativa: su 17 lavoratori impegnati nella raccolta, ben 15 sono stati trovati come irregolari e di questi 13 erano completamente “in nero”, quindi di fatto sconosciuti al fisco e agli enti previdenziali.

La manodopera era priva di ogni garanzia assicurativa e contributiva. I lavoratori, quasi tutti provenienti dall’Europa dell’Est, sono stati identificati e controllati anche sotto il profilo della regolarità della permanenza sul territorio italiano, ai fini della pubblica sicurezza.

I titolari delle aziende agricole scoperte sono ora soggetti a sanzione amministrativa che può arrivare a diverse decine di migliaia di euro. Infatti recentemente il legislatore ha deciso di inasprire le sanzioni nello specifico settore, sanzioni che possono arrivare a 4 mila euro per ciascun lavoratore illecitamente impiegato.

Le Fiamme gialle pongono particolare attenzione all’analisi e al contrasto del «sommerso da lavoro», che crea un notevole danno in termini di gettito all’erario.













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