Bolzano

Ragazza le strappa il Rolex, signora reagisce e se lo riprende 

L'episodio in vicolo Wenter. Una dinamica collaudata: una giovane sui 25 anni le si è avvicinata chiamandola per nome, dopo lo scippo è scappata e salita su un’auto che l’aspettava. La donna, 80 anni, le è corsa dietro e dal finestrino se lo è ripreso



BOLZANO. «Sono ancora qui a chiedermi come ho fatto a riprendermi quell’orologio. Non lo so. Ma non potevo permettermi di perderlo così, era di mio marito. Un caro ricordo». A parlare è Anna, un’elegante signora di 80 anni a cui l'altro giorno poco dopo mezzogiorno è stato sfilato un Rolex d’acciaio dal polso, mentre accompagnava la bici a mano all’imbocco di vicolo Wenter, a Gries.

E che ha avuto la prontezza di riflessi di mollare la bici, rincorrere la ladra che era già salita in macchina col “palo” al volante, infilare la mano nell’auto dal finestrino e riacchiapparlo.

«È successo a me, poteva capitare a chiunque. Queste persone agiscono in base ad un modus operandi ben rodato. Racconto quel che mi è accaduto così altri cittadini sono avvisati, meglio stare attenti. Non sapevo che a Bolzano sfilassero i Rolex per strada».

«Uscita di casa sono salita in bici ma una ruota era bucata. L’ho spinta a mano fino a corso Libertà, altezza piazza Gries, dove c’è un negozio di biciclette che però era chiuso. Così l’ho lasciata lì e sono andata a piedi prima al mercato, poi al bar con una mia amica».

Quindi il ritorno verso casa.

«Ho chiesto all’edicolante di piazza Gries, che conosco bene, se per caso avesse una pompa, mi ha detto di no, ho parlato al volo con degli amici che si erano fermati per darmi una mano, poi ho ripreso la strada verso casa risalendo via Diaz con la bici a mano».

All’altezza di vicolo Wenter, dove c’è lo slargo, la signora viene accostata da una ragazza bionda sui 25 anni, vestita di bianco, un po’ robusta.

«Mi ha chiesto che via fosse e quanto fosse lunga. Mentre cercavo di rispondere mi sono accorta che continuava ad avvicinarsi. Di punto in bianco mi ha chiamata per nome. “Anna - mi ha detto - mi chiamo proprio come te e cerco lavoro”. Le ho risposto che mi spiaceva ma non sapevo come aiutarla e che forse l’edicolante che conosce tante persone poteva darle una mano. Poi di punto in bianco mi ha detto: “Dammi un bacio”. Mi sono tirata indietro, mi ha afferrato il braccio ed è riuscita non so come ad aprire la chiusura dell’orologio ed a portarselo via.

Come ho visto che ce l’aveva in mano ho mollato la bici e mi sono messa a correrle dietro urlando. Non so come ho fatto ma è successo. Lei scappava ed io dietro. Fatti pochi metri è balzata dentro una macchina bianca, non saprei riconoscere il modello, ma mi sembrava abbastanza nuova.

C’era un ragazzo al volante, evidentemente il “palo”, pronto a scattare. Mi sono chinata, ho infilato la mano dentro l’auto dal finestrino che era aperto e mi sono ripresa il Rolex. Mi sa tanto che mio marito mi ha dato la forza di reagire. Loro sono partiti sgommando. Io sono rimasta lì incredula, due signori che passavano hanno capito che era successo qualcosa e si sono fermati. Posso solo raccontare la mia esperienza ed avvisare altri anziani o persone che camminano sole. State attenti, c’è gente che si piazza nei luoghi isolati per derubarvi.

Quella ragazza sapeva il mio nome, io non l’avevo mai vista prima. Io indossavo anche un bel bracciale di perle ed un anello antico, sicuramente più preziosi dell’orologio. Ma non li ha neanche guardati». V.F.













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