Il caso

Ragazza stuprata in auto dopo la “disco” 

La vittima, una giovane altoatesina, ha avuto la forza di denunciare il suo aguzzino. Sul banco degli imputati un giovane che nega tutto  In realtà la parte lesa, che si trovava con un’amica, fu costretta a gettarsi dall’auto dell’imputato e fu soccorsa dai carabinieri


Mario Bertoldi


BOLZANO. Ha denunciato di essere stata violentata da un ragazzo pugliese (all’epoca in Alto Adige per lavoro) che aveva conosciuto quella stessa sera in discoteca. I fatti avvennero la notte del 26 settembre 2016. Per la giovane vittima, che all’epoca aveva 18 anni, fu un vero e proprio shock ma riuscì a trovare la forza di reagire e di denunciare quanto avvenuto chiedendo giustizia. Ora, con il patrocinio dell’avvocato Andreas Tscholl, si è costituita parte civile depositando una richiesta risarcitoria di 75 mila euro.

Il processo di primo grado in tribunale a Bolzano dovrebbe giungere a sentenza il 10 maggio prossimo. Lo stupro avvenne in auto. La vittima trascorse la serata in discoteca assieme ad un’amica che oggi è diventata una preziosa testimone di quanto avvenuto. Per le due ragazze fu una notte da incubo.

L’imputato, che all’epoca dei fatti lavorava nel settore alberghiero ed aveva 20 anni, a conclusione della serata trascorsa in discoteca offerse assieme ad un amico un passaggio in auto alle due ragazze che avevano perso la possibilità di far ritorno a casa con il “servizio shuttle” messo a disposizione dal locale. Un errore pagato caro.

Le due ragazze accettarono infatti l’offerta ma il viaggio di pochi chilometri si rivelò ben presto una micidiale trappola, per lo meno per la ragazza che aveva preso posto sul sedile posteriore proprio assieme al giovane pugliese oggi sul banco degli imputati. La vettura (una Chevrolet Aveo) era guidata da un amico dell’imputato, a carico del quale però la Procura non ha mai ritenuto di procedere per concorso nel reato di violenza sessuale nonostante avesse evitato di intervenire. Tra il resto l’uomo ha avuto un comportamento processuale ondivago. Nel corso dell’inchiesta, probabilmente per paura di essere in qualche maniera coinvolto penalmente del grave episodio, ha testimoniato contro il presunto autore della violenza sessuale, confermando i fatti raccontati dalla parte lesa. Ieri però nel corso dell’udienza davanti alla giudice Carla Scheidle il conducente di quella notte ha semplicemente dichiarato di non ricordarsi nulla a seguito del tempo trascorso. È vero che i fatti sono avvenuti cinque anni fa ma è anche vero che l’episodio ricostruito nel corso del processo non potrà essere dimenticato molto facilmente, neppure da chi vi ha semplicemente assistito.

Il processo si svolge con rito ordinario in quanto l’imputato ha sempre negato ogni accusa sostenendo che non sarebbe avvenuto nulla, di fatto accusando la presunta parte lesa di essersi inventata tutto. Per fortuna agli atti del processo ci sono e riscontri precisi ed oggettivi di quanto avvenuto. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri e nel corso dell’inchiesta, la vittima della violenza cercò in tutte le maniere di opporsi alle iniziative dello stupratore che in un primo tempo avrebbe tentato di baciarla per poi, nonostante la piena opposizione della ragazza, andare oltre sino alla violenza sessuale vera e proprio.

Nei minuti in cui si arrivò allo stupro, anche a seguito della strenua resistenza della vittima che urlava e cercava di opporsi fisicamente al suo aguzzino, l’amica che sedeva sul sedile anteriore di destra accanto al guidatore cercò più volte di intervenire. Il trambusto costrinse il guidatore a fermare la vettura per qualche attimo. Quanto bastò perché le due donne si buttassero fuori dalla vettura rimanendo nel cuore della notte sul ciglio della strada. Entrambe furono soccorse da una pattuglia dei carabinieri e furono accompagnate all’ospedale di Merano. Subito, nell’immediatezza dei fatti, le due ragazze raccontarono cosa fosse accaduto e pochi giorni dopo la giovane violentata sporse denuncia. Ora, come detto, si è costituita parte civile e attende l’esito del processo di primo grado. La sentenza è prevista per la tarda mattinata del 10 maggio prossimo.













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