la storia

Ragazze e ragazzi autistici chef e camerieri speciali

L’iniziativa promossa dall’associazione Victor al ristorante “Toscano doc”. Il vicepresidente del sodalizio Alessandro Scavazza: «Il nostro obiettivo è l’inserimento lavorativo»


di Antonella Mattioli


BOLZANO. Francesco ha lavorato in cucina, dando una mano allo chef a preparare i piatti; Chiara e Andrea invece hanno fatto i camerieri. Alla fine della serata erano stanchi ma orgogliosi di tornare a casa con il diploma rispettivamente di cuoco e cameriere per un giorno.

Sono stati loro - tre ragazzi autistici tra i 13 e i 17 anni - i protagonisti della cena di beneficenza organizzata domenica sera al ristorante “Toscano doc” di via Cappuccini, una cooperativa sociale, non nuova a questo tipo di iniziative, che puntano all’inserimento nel mondo del lavoro di persone con diverse disabilità.

Lo stesso obiettivo che si è posta “Victor”, l’associazione fondata alcuni anni fa da un gruppo di famiglie bolzanine con figli autistici.

«In Alto Adige - spiega il vicepresidente Alessandro Scavazza - ci sono già due associazioni che si occupano di autismo: “Il cerhio» a Bolzano e “Autòs” a Merano. Seguono i bambini fin dai primi anni di vita, perché la diagnosi oggi viene fatta molto prima e con maggior precisione che in passato. Ciò consente di impostare una serie di terapie che danno buoni risultati. Il problema è che, in base alle disposizioni nazionali, vengono seguiti fino a 21 anni. Poi più nulla.

La nostra associazione cerca di coprire questo vuoto, per arrivare all’inserimento lavorativo dei ragazzi che oggi sono adolescenti o poco più. Condizione indispensabile per garantire loro un futuro il più possibile indipendente. Per fare questo però bisogna lavorare anche sulla formazione scolastica. Gli insegnanti, per quanto possano mettercela tutta, spesso e volentieri non sono preparati per seguire le problematiche di un ragazzo autistico. Un disturbo che si presenta con caratteristiche diverse da soggetto a soggetto. E questo rende tutto ancora più complicato. Per questo vorremmo che a scuola ci fosse una figura specifica di riferimento».

L’iniziativa, fatta in collaborazione con il ristorante “Toscano doc”di Antonio Soggia , va in questa direzione. «Dare ai ragazzi - dice Scavazza - la possibilità di cimentarsi in cucina e in sala. Provare, sperimentare, stare assieme agli altri. Faremo iniziative simili con altre associazioni. Il tempo vola e quelli che oggi sono adolescenti saranno presto degli adulti che vorremmo trovassero spazio nel mondo del lavoro. Attualmente, per queste persone in Alto Adige ci sono soltanto i laboratori protetti».

Soddisfatto di come è andata questa cena speciale anche Antonio Soggia, titolare del “Toscano doc”: «Siamo una cooperativa sociale che, in quanto tale, apre le porte alle diverse disabilità. Abbiamo un buon giro di clienti, ciononostante economicamente parlando siamo sempre con l’acqua alla gola, però ci sentiamo ricchi - e non è retorica - perché lavoriamo spesso con persone disabili - si va da coloro che hanno problemi psichici ai non udenti, domenica è stata la volta degli autistici - che ci regalano tante soddisfazioni. La più grande è quando riusciamo a trasformare una piccola esperienza in un lavoro vero e proprio.

Mi è capitato con una ragazza che, dopo essere stata da noi e aver rotto il ghiaccio, sono riuscito a farla assumere in un’azienda del circondario e adesso è felice, perché ha conquistato la sua piccola autonomia. Un’altra verrà invece a lavorare al ristorante nelle prossime settimane». Tra le iniziative che l’associazione Victor vuole portare avanti, per favorire socializzazione e integrazione, c’è anche quella sportiva: «Cerchiamo ragazzi tra i 14 e i 17 anni, per creare assieme a coetanei con disabilità la squadra di Baskin, il basket integrato».

Intanto sabato 15 aprile i volontari di Victor saranno davanti al Museo di Ötzi con uno stand dove si potranno acquistare uova di cioccolata: il ricavato servirà a finanziare l’associazione.













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