Ragazzo picchiato, in 600 al corteo contro CasaPound

Manifestazione della sinistra antagonista: «Pestaggio di stampo fascista» Intonata“Bella Ciao” vicino alla sede del movimento di estrema destra


di Alan Conti


BOLZANO. «Bolzano ha un problema con il fascismo ed è colpevole di non reagire in maniera forte». Con un microfono attaccato alle casse della macchina che apre il corteo, i coordinatori della manifestazione contro ogni fascismo scuotono così i partecipanti ad una sfilata rumorosa che ha attraversato la città. Erano in circa 600, ieri pomeriggio, a dire no alle aggressioni violente, dopo il pestaggio di un 17enne. La Digos avrebbe individuato l’aggressore, denunciato, in un esponente di Casapound. Lo stesso che fu protagonista di un identico episodio di violenza pochi mesi prima.

Tanti i giovani presenti alla manifestazione, in larga parte rappresentanti dei movimenti anti-fascisti del territorio. Sono arrivati da Merano, Trento e Padova.

L’ambiente è quello delle forze “No Tav” e degli anarchici. Sono loro, in realtà, a guidare il corteo: in testa a dettare gli slogan cantati contro i fascisti, Casapound e il consigliere comunale uscente Andrea Bonazza.

Ci sono, ovviamente, anche i bolzanini e gli esponenti politici che ingrossano le fila in coda al drappello. Un serpentone che si allunga cammin facendo.

«È colpevole - dicono i manifestanti - essere indifferenti a quanto accaduto. Oltretutto non si tratta nemmeno del primo episodio di violenza che avviene in città ad opera di questi soggetti».

Il percorso, nel frattempo, è blindato dalle forze dell’ordine. Tutto tranquillo (al di là di qualche vandalismo come scritte sui muri o piccoli danneggiamenti ai cartelli stradali), ma nella zona del Monumento alla Vittoria la tensione sale.

«Non abbiamo niente da spartire con chi ha difeso questo simbolo. Non dimentichiamoci di Forza Nuova e della Lega Nord ugualmente responsabili di questo clima inaccettabile».

A quel punto parte “Bella Ciao”. Una scelta precisa, oltre che simbolica, dato che sarebbe stata proprio questa canzone il motivo del pestaggio del ragazzo bolzanino nei pressi della sede di Casapound di via Cesare Battisti.

Presente anche una rappresentanza dei curdi che hanno voluto unirsi al corteo. «Siamo venuti perché i governi fascisti sono tanti. Pensiamo alla Turchia di Erdogan o al regime islamico iraniano. Noi siamo sempre contro questo genere di soprusi, anche al di fuori dei confini del Kurdistan».

La chiusura del corteo, infine, è un nuovo appuntamento. «Continueremo a scendere in piazza».

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