Raid in viale Druso, rubata un’auto
Presi di mira quattro garage al civico 225: la vettura - una Mitsubishi - è stata poi ritrovata distrutta contro un palo
BOLZANO. Una Mitsubishi nera di sei anni, appena 33.000 chilometri segnati sul tachimetro, ma tanti sacrifici in più di una famiglia bolzanina per ottenerla. Probabilmente nemmeno i ladri protagonisti del raid all’interno dei garage al civico 225 di viale Druso si aspettavano la grazia di una vettura come bottino nella notte tra domenica e lunedì quando hanno forzato le porte di quattro box.
Il modus operandi è ormai piuttosto noto alle nostre latitudini: approfittando del buio una piccola banda si intrufola nel piano interrato e comincia a prendere a pugni la parte alta delle porte dei garage. I primi tre, probabilmente più moderni o fortunati, rimangono inchiodati, ma il quarto si apre come uno scrigno. Dentro una Mitsubishi, proprietà di Ivo Carbonaro, aperta e con le chiavi nell’abitacolo. A disposizione anche il necessario a spalancare il cancello: di fatto una via di fuga spianata. Un gioco da ragazzi, dunque, mettere in moto e dirigersi verso l’uscita come un residente qualsiasi, magari nottambulo.
Un colpo fortunato buttato via perchè la macchina è stata semplicemente demolita. «Abbiamo subito avvertito la polizia - le parole della signora Carbonaro - del furto subito. Già lunedì mattina gli agenti hanno ritrovato la nostra vettura abbandonata in una stradina di campagna vicina all’ospedale. Completamente distrutta dall’impatto con un palo della luce. Purtroppo non ci è rimasto che far demolire l’automobile». L’abitudine di lasciare le chiavi nell’abitacolo, dunque, è costata cara ai Carbonaro. Più una buona dose di sfortuna. «Davvero parecchia sfortuna - ripete la signora - però poteva andare peggio con un incidente. Consoliamoci in qualche modo visto che non siamo nemmeno assicurati».
I malviventi, comunque, hanno mostrato una perizia preparatoria inversamente proporzionale alla cura della macchina. Il civico 225 di viale Druso, infatti, è noto come “Perlhof”: di fatto uno dei caseggiati residenziali più imponenti della zona e della città. Sono centinaia, infatti, le famiglie che abitano in questi palazzi e il numero di garage è ovviamente cospicuo. Facile immaginare almeno una ghiotta occasione sparando nel mucchio. Dopo i 22 furti in via Similaun, tuttavia, sono ancora i garage l’ultimo trend della microcriminalità cittadina: nascosti, bui, facili da scassinare, oltre che poco pattugliati o controllati.
Difendersi diventa sempre più complicato.
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