L'INTERVISTA

Renzo Caramaschi: «Piedi per terra, non lancio slogan. Progetto e faccio» 

Il centrosinistra. Il sindaco: «Sono innamorato della nostra città. Parlo di progetti e finanziamenti perché ho l’entusiasmo della concretezza. Altrimenti è soltanto un parlarsi addosso»


Francesca Gonzato


Bolzano. Caramaschi nel 2016 divenne sindaco al termine di una catena di eventi emergenziali, lo Spagnolli ter affondato e la gestione del commissario straordinario. L’ex city manager ormai in pensione fu l’ intuizione di successo che confermò il centrosinistra in municipio. Avrebbe dovuto restare solo per un mandato (parole sue), corre per la conferma. «Questa è la mia città. Mi sono innamorato della possibilità di fare qualcosa di importante», dice. Carattere non sempre semplice, alleati non sempre in sintonia, per le elezioni di settembre (20 e 21 la data quasi certa) Caramaschi al primo turno riesce comunque a tenere insieme il centrosinistra. Senza la Svp.

Roberto Zanin è il suo sfidante di centrodestra. Lo teme?

In che senso? Non mi fa paura, come immagino lui non abbia paura di me. Non lo conosco, ci siamo visti qualche volta allo stadio.

Togliamo di mezzo la paura, allora. Diciamo che il centrodestra si presenta unito, fatto più unico che raro. Che la Lega resta nei sondaggi il primo partito in Italia e Fratelli d’Italia cresce molto. Come minimo la competizione sarà più agguerrita rispetto al passato, non crede?

Tutto vero, la Lega è forte e Zanin è il candidato della Lega.

Il manager rivendica il proprio ruolo di candidato «civico» con propria lista.

Esattamente come me. Anch’io sono un candidato sindaco civico, moderato e di centro. Sarà la sfida tra due civici, di cui uno proposto dal centrosinistra e l’altro dalla Lega. Come centrista sono più forte io, perché dietro Zanin c’è la destra destra, più che il centrodestra. Comunque non sono un politico, non mi faccio tanti film mentali. I cittadini decideranno. Più che occuparmi del campo avversario, sto concentrato sul programma, per dare continuità amministrativa.

La Svp governa con il centrosinistra a Bolzano e con la Lega in Provincia. I giochi sono più aperti del solito anche per questo, non crede?

La Svp deciderà cosa fare del proprio futuro di partito adulto. Il deputato della Lega Maturi dice che parla direttamente con la segreteria della Svp, scavalcando il gruppo cittadino. Se questo è lo stile...

La consiliatura si chiude con rapporti tesi tra Svp e Verdi. La preoccupa?

No, è un innalzarsi di toni che inaugura la fase elettorale. La realtà è che in giunta e in Consiglio la maggioranza vota praticamente sempre all’unanimità, direi solo 20 casi di astensione su 3 mila delibere. Ci sono stati momenti meno fluidi su temi “sensibili” come il Daspo, e ci sta.

Lei rivendica i suoi meriti amministrativi, dall’estinzione del debito comunale ai tanti progetti concordati con la Provincia. Non crede che un candidato sindaco debba anche toccare l’emozione delle persone con una propria visione?

Più visione di questa... La mia filosofia come sindaco è l’entusiasmo della concretezza. È bello sognare, poi bisogna rimboccarsi le maniche e fare, altrimenti è solo un parlarsi addosso. Ho rimesso in movimento l’operazione dell’areale ferroviario, fermo dal 2014. È troppo tecnico e freddo? Io so che arriverà una montagna di case, che contribuiranno a calmierare il prezzo. Avremo un centro culturale in quella meraviglia architettonica di ex officine ferroviarie e lo gestiranno le associazioni dei giovani. Ci sarà una piscina e una casa di riposo. E sarà tutto definito a monte, con regia di Provincia e Comune. Questa operazione sarà diversa rispetto a come la cosiddetta Lex Benko ha posto le basi del Waltherpark. Quando dico che mi sono innamorato della mia città, voglio dire che in questi quattro anni ho lavorato come un matto per ridare un ruolo a Bolzano, perché si capisse che il capoluogo è parte integrante della provincia e il territorio funziona, se funziona Bolzano. E ce l’abbiamo fatta, la Provincia progetta il Monte Tondo, da quanto se ne sentiva parlare? E poi il nodo di via Einstein, il teleriscaldmento, vado avanti? Manco di visione?

Intanto la Lega martella sulla sicurezza e ci costruirà la campagna elettorale.

Nelle città amministrate dalla Lega non si spaccia e non si ruba? Non so se parlare alla pancia faccia vincere le elezioni. Credo che i cittadini abbiano chiare alcune informazioni di base. Non il è sindaco che arresta gli spacciatori e li tiene in carcere. Ordine e sicurezza dello Stato sono competenza esclusiva dello Stato: firmato “ministro Salvini”. Il Comune può collaborare e lo facciamo: la nostra polizia municipale affianca spesso le forze dell’ordine nelle retate. Il Covid-19 ha frenato l’assunzione di 15 vigili, ma è solo una battuta di arresto. E poi non mi piace che quaranta delinquenti vengano usati per distruggere l’immagine di migliaia di persone per bene, se vogliamo parlare di migranti.

E che ruolo avrà la sicurezza nel programma della sua coalizione?

Ci sarà. Concretamente, come mi piace. Il tema delle telecamere era un tabù per certe forze, le abbiamo installate e ne arriveranno altre perché sono utili per la prevenzione dei reati. Facciano le proteste che vogliono, intanto Bolzano nella classifica sulla criminalità è passata dal posto 56 al 74, siamo migliorati di venti punti.

Perché un bolzanino dovrebbe votare per il Caramaschi bis?

Sogno di realizzare i progetti di cui ho contribuito a gettare le basi. Per me fare il sindaco non è potere, ma responsabilità. Il mio rimpianto è non avere corso abbastanza. Non mi faccio capire abbastanza? Lavorerò sulla comunicazione.

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