Pandemia

Rianimazione, sos per la variante inglese:  «Polmoniti mai così aggressive» 

Parla il primario dell’emergenza Covid. Kaufmann: «L’età dei pazienti è scesa a 55 anni, il decorso della malattia è rapido e devastante. C’è chi entra al Pronto soccorso e in 2 ore è intubato. Due malati salvati con trapianto di polmone»


Valeria Frangipane


BOLZANO. «La variante inglese sta facendo danni in Rianimazione. Registriamo un abbassamento dell’età media, un peggioramento rapido delle condizioni dei ricoverati e polmoniti che si sono fatte molto più aggressive». A parlare è Marc Kaufmann, primario della Rianimazione Covid del San Maurizio, che segue i malati colpiti dal virus che versano in condizioni molto gravi. «Ne usciremo solo continuando a testare, con le vaccinazioni e prestando la massima attenzione. E spesso penso che forse vedere questa distesa di letti potrebbe far comprendere agli scettici cosa sta accadendo in Alto Adige. In troppi non l’hanno ancora capito. I familiari dei pazienti quando vengono qui toccano con mano».

A tutt’oggi sono ancora 41 le persone ricoverate in Rianimazione, divise in tre enormi stanzoni. Attaccate ai macchinari. Altre 3 sono state trasferite in Austria (2 a Innsbruck ed una a Hall), per alleggerire l’ospedale. «Non mi abituerò mai a quel che vedo».

Dottore, lei dice che si è abbassata l’età dei pazienti, oggi qual è la fascia più colpita?

Durante la prima ondata l’età media dei ricoverati era di 70 anni. Adesso si è abbassata di 15. In Rianimazione abbiamo malati di 55 anni e anche di meno. Colpa dei danni causati dalla variante inglese che è più virale, contagiosa ed in grado di produrre complicanze pesanti anche nei pazienti “giovani”.

Una caratteristica di questa nuova ondata è anche il peggioramento rapido dei malati.Cosa accade?

La scorsa primavera chi si ammalava in modo grave stava qualche giorno casa, dopo una settimana di peggioramento entrava in ospedale e se ancora le cure non erano sufficienti passava all’ossigeno e via via anche alla Rianimazione. Adesso il decorso corre rapidissimo. È tutto accelerato. Abbiamo pazienti che entrano in Pronto soccorso e che in due ore finiscono intubati. Spesso chi entra in ospedale dopo un giorno finisce già in Rianimazione. Prima succedeva molto raramente. Capita perchè la malattia si è fatta più pesante.

Sono cambiate anche le polmoniti, si vedono organi sempre più devastati.

Si purtroppo è così. Le immagini che ci restituiscono la Tac e le lastre ci mostrano polmoni alterati dal Covid in maniera assolutamente aggressiva. Durante la prima ondata non abbiamo mai visto immagini tanto devastanti. Due pazienti erano in condizioni talmente critiche che sono stati ricoverati in Austria dove hanno subito un trapianto di polmone. Uno di questi pazienti ha 50 anni. Grazie all’Ecmo, siamo riusciti a stabilizzare entrambi ed a condurli al trapianto. L'Ecmo, ossigenazione extracorporea a membrana (Extra corporeal membrane oxygenation) è una tecnica che supporta le funzioni vitali con la circolazione extracorporea, aumentando l’ossigenazione del sangue, riducendo i valori ematici di anidride carbonica, incrementando la gittata cardiaca ed agendo sulla temperatura corporea. Permette, in condizioni di severa insufficienza respiratoria o cardiaca, di mettere a riposo cuore e polmoni sostituendone la funzione ventilatoria e di pompa.

È cambiato il decorso dei pazienti ricoverati?

No, i malati restano in Rianimazione in media 3/4 settimane. Ci sono pazienti intubati a pancia in giù, i più gravi, e pazienti a cui viene somministrata una sedazione che viene effettuata a più livelli. E poi c’è la riabilitazione. Lunghissima.

Cosa dicono quando riaprono gli occhi?

Grazie di tutto quel che avete fatto... non credevo sarebbe capitato a me.

 













Altre notizie

Attualità