«Ricordate che la vaccinazione protegge sempre dal Covid grave» 

L’immunologo. Gänsbacher: «Mettiamoci il cuore in pace, le varianti sudafricana e inglese circolano in tutto l’Alto Adige Il coronavirus non si può fermare, ma lo si può rallentare bloccando la mobilità delle persone nelle zone in cui è stato rilevato»



Bolzano. «Dobbiamo metterci il cuore in pace: la variante sudafricana e quella inglese stanno circolando in tutto l’Alto Adige. Il primo tampone per sospetta sudafricana è del 29 gennaio. Il virus non si può stoppare ma possiamo rallentarne la corsa bloccando la mobilità nelle zone in cui è stato rilevato. Per questo promuovo le misure appena prese dalla Provincia per limitare i danni sempre ricordando che i vaccini proteggono sempre dal Covid grave». Parla così l’immunologo altoatesino Bernd Gänsbacher, membro della commissione europea Ema per l'ok al vaccino Pfizer BioNtech, a cui abbiamo rivolto alcune domande.

Professor Gänsbacher abbiamo le mutazioni in casa. Cosa dobbiamo temere?

La variante inglese - conta 17 mutazioni - e rende il virus fino al 50% più contagioso e può provocare una mortalità superiore del 30%.

La sudafricana di mutazioni ne conta 23 e quel che allarma è che il vaccino AstraZeneca ha dimostrato - proprio in Sudafrica - di non offrire la protezione adeguata anche se chi si ammala evita la Terapia intensiva. E questo preoccupa. Si registrano molto meno problemi rispetto alle due varianti per Pfizer e Moderna che però a loro volta non offrono copertura totale.

Ma ha senso sottoporsi a vaccinazione se il rischio di ammalarsi resta?

Certo. Vaccinarsi ha sempre senso. Io l’ho fatto il 27 dicembre all’ospedale di Bolzano. Vedete la vaccinazione è la chiave di volta per vincere la battaglia contro il virus. E attenzione perchè tutti i vaccini - anche quelli che al momento sulla carta sono meno efficaci - prevengono la malattia severa Covid. E questo vuol dire niente polmoniti gravi, niente complicazioni epatiche, renali ecc.. E niente Rianimazione. Ricordiamo che a tutt’oggi il 3% degli infetti finisce purtroppo in ospedale.

Lei pensa che andremo avanti a lungo col Covid? La popolazione che non ce la fa più.

Penso che iniziamo a vedere la luce in fondo al tunnel e questo accade perchè con i vaccini i numeri delle nuove infezioni stanno andando giù molto pesantemente. Accade in tutto il mondo dove le somministrazioni procedono in maniera importante e questo è successo perchè alcuni Paesi si sono mossi velocemente ed hanno acquistato vaccini. A differenza dell’Europa. In Inghilterra prima di iniziare a vaccinare avevamo 60 mila nuovi contagi al giorno, crollati a 10 mila. In Sudafrica ne avevamo 20 mila, scesi a 3 mila. In Israele - autentico laboratorio a cielo aperto - il 90% degli anziani è già stato vaccinato e l’infezione registra un crollo del 90%. Più di così!

Vaccinazione dunque unica panacea ma in Alto Adige, come nel resto d’Italia e d’Europa, andiamo a rilento..

Verissimo ma se cambiamo passo ed iniziamo ad immunizzare rapidamente a fine anno avremo l’infezione sotto controllo. Anche qui, in Alto Adige. Dobbiamo comunque fare attenzione perchè il Covid continuerà a circolare ma come un’influenza e non potrà più fare danni.

Secondo lei il quarto lockdown in Alto Adige era inevitabile?

«Sì. Se si registrano 600-700 nuovi casi al giorno è evidente che le misure intraprese non sono sufficienti ed occorre intervenire. Quando l'Europa e l'Istituto Koch di Berlino ci hanno classificano zona rosso scuro, qualcosa andava fatto». Il virologo non fa commenti alla via altoatesina che ha consentito gli spostamenti durante le festività di Natale. «Dopo è facile commentare», si è limitato a dire.

Ma qual è l’arma vincente contro la pandemia?

Il tracciamento.

In Alto Adige si possono tracciare 50 casi al giorno, figuriamoci cosa si riesce a fare con 600-700. E quando salta il tracciamento la battaglia è persa e si può solo restare a guardare. V.F.













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