Rifiuta la visita a domicilio Medico rinviato a giudizio
Avrebbe dovuto somministrare antidolorifici ad un’anziana malata di cancro Ieri il tentativo di conciliazione è andato a vuoto: a breve il processo
BOLZANO. Doveva essere il momento per trovare un’intesa e invece si è trasformato nell’anticamera del processo. Ieri Alfonso Pecoraro, il medico indagato per rifiuto di atti d’ufficio aggravato dalla professione sanitaria, non si è presentato davanti agli avvocati della controparte, e non si sono presentati nemmeno i suoi legali.
Finirà in aula quindi la vicenda dell’anziana (M.L.S. le sue iniziali), malata terminale di cancro, alla quale il dottore avrebbe negato la somministrazione degli antidolorifici a domicilio. I fatti risalgono al 2012, e precisamente alla sera del 28 luglio, quando il figlio dell’anziana, che si prendeva cura in casa della malata terminale, ha chiamato la guardia medica per richiedere il soccorso a domicilio in quanto sua madre si stava “contorcendo dai dolori” (è il testo riportato nel verbale della procura). Il dottor Pecoraro a quel punto, senza una motivazione apparente, avrebbe risposto con un laconico, «se ne vada in farmacia a comperare una fialetta», rifiutandosi di raggiungere la signora a casa in ora tarda. «Un rifiuto indebito - l’accusa della Procura - di un intervento che doveva essere invece effettuato senza ritardo». I familiari hanno deciso di non costituirsi parte civile nel procedimento, ma verranno interrogati come persone informate sui fatti nelle prossime settimane.
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