Rifugi, affitti fino a 40 mila euro

Gara per la gestione delle 26 strutture provinciali. Cai e Avs pagheranno 260 mila euro l’anno


di Davide Pasquali


BOLZANO. Dopo anni di affidamenti singoli a colpi di decreti della giunta provinciale, ora si passa a una gestione certamente più trasparente e soprattutto omogenea. Stiamo parlando dei 26 rifugi alpini passati in proprietà alla Provincia di Bolzano. Ora l’amministrazione altoatesina ha deciso di bandire un’unica gara per l’assegnazione della gestione. I rifugi verranno dati in concessione ad un unico soggetto, che si occuperà poi di coordinare l’intera struttura da un punto di vista burocratico e tecnico, affidando ciascun rifugio a un gestore specifico. In teoria, alla gara potrebbero partecipare più soggetti, ma in realtà il tutto è stato messo in piedi per cedere la gestione a un gruppo di lavoro congiunto costituito dalla sezione Alto Adige del Club alpino italiano e dall’Alpenverein Südtirol. Ossia a chi, grazie a decenni di esperienza, possiede il know how per gestire al meglio queste particolari strutture d’alta quota. La concessione sarà triennale, dal 2015 al 2017, sarà rinnovabile per altri tre anni in caso di soddisfazione da parte dell’amministrazione provinciale e alle casse di Cai e Avs costerà in totale 261.440 euro. Soldi che le due associazioni raccoglieranno dai gestori, cui i rifugi verranno affidati. La gara è stata appena bandita e i soggetti interessati avranno tempo fino a metà settembre per presentare la loro domanda di partecipazione. Cai e Avs al momento hanno costituito il gruppo di lavoro, ma ancora su molti aspetti non si sono prese decisioni definitive. In particolare, si dovranno prendere accordi con la Provincia per quanto riguarda la remunerazione della struttura burocratica che coordinerà i gestori. In altre parole, le due associazioni sono disposte ad accollarsi l’impegno, ma si dovrà trovare il modo di remunerare la perdita di tempo, energie e risorse che, altrimenti, rischia di ricadere economicamente o sulle spalle delle associazioni o su quelle dei gestori.

Un dato sicuramente assai interessante, per il pubblico degli escursionisti e degli alpinisti, è l’estrema variabilità fra i canoni di concessione stabiliti dalla Provincia per i singoli rifugi. A seguito di alcune stime effettuate tra novembre 2013 e febbraio 2014, l’ufficio estimo della Provincia ha stabilito un canone annuo complessivo per i 26 rifugi di 261.440 euro. In realtà, il bando riguarda solo 25 rifugi, perché il Petrarca all’Altissima, semidistrutto quest’inverno da una valanga, è ancora inagibile. (Il gestore attuale è salito due giorni or sono e sta tentando l’impossibile per riuscire ad aprire almeno provvisoriamente, per un pasto caldo o per dare rifugio in caso di necessità).

Per gli altri 25 rifugi i canoni di concessione sono i più vari e vanno da un minimo di 1.630 euro a un massimo di 41.400. Ciò, ovviamente, a seconda della lunghezza della stagione praticabile, che dipende dalla quota, della distanza dal fondovalle o dagli impianti di risalita, e quindi dalla presenza o assenza di grandi flussi e cioè di grandi guadagni, dell’eventuale apertura invernale eccetera. Insomma, se i turisti arrivano al rifugio in seggiovia o impiegano cinque ore a piedi, la storia cambia completamente. Nel secondo caso i guadagni sono di certo assai meno sostanziosi.

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