Rifugi: Cai e Avs pronti a rinunciare «Colpa dell’Imi»

In ballo c’ è il bando provinciale per gestire 26 strutture Sartori: decideremo all’ultimo, ma non possiamo rimetterci


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Si complica, di molto, la partita rifugi per la Provincia. Cai e Avs, intenzionate da mesi a fare un'offerta congiunta, ammettono «di non essere affatto certi di partecipare alla gara», il cui bando scade il 10 settembre. I motivi di questo dietrofront sono più d'uno, compresa la richiesta della giunta di far pagare - oltre alla cifra complessiva di 261 mila euro - anche alcune decine di migliaia di euro a titolo di tasse, Imi compresa. «Tra non guadagnarci nulla, come avevamo preventivato, e rimetterci dei soldi, pescando dalle quote associative delle varie sezioni, ce ne passa»: il commento è di Claudio Sartori, che sta analizzando nei dettagli la situazione assieme ai colleghi dell'Alpenverein, con i quali - assicura - c'è piena sintonia. «La nostra sarà una decisione ponderata, fino all'ultimo giorno, e soprattutto comune. La politica deve sapere che agiremo d'intesa con l'Avs. Ad accomunarci è il grande amore per la montagna e per la sorte dei 26 rifugi provinciali».

L'ultima stagione estiva, come sottolinea anche il presidente del Cai Giuseppe Broggi, non è stata positiva, anche perché condizionata dalle pessime condizioni meteorologiche. «Dobbiamo cercare di capire se abbiamo il denaro per fare fronte a questo servizio. La sola idea di pagare, oltre agli affitti, anche tasse decisamente onerose, sebbene la proprietà resti comunque alla Provincia, non ci fa sicuramente piacere».

Sartori sottolinea, poi, come sia cambiata la filosofia di fondo. «Se un gestore, per varie ragioni, si trova in difficoltà noi siamo abituati da sempre a dargli una mano, a consentire uno dilazione delle rate. Qui, invece, ci troviamo di fronte ad un bando con condizioni rigide, tasse comprese, che stiamo studiando. Contando anche l'Imi arriviamo ad una cifra ben superiore a quella preventivata».

La gestione da parte di una società mista guidata da Cai e Avs, tra l'altro, consentirebbe alla Provincia di avere i rifugi sempre a posto. «In 24 ore, grazie alla nostra rete capillare, siamo in grado di intervenire e risolvere i problemi. La Provincia, al contrario, deve rispettare un iter burocratico che inevitabilmente allunga i tempi». Con tutti i danni che ne conseguirebbero anche in termini di immagine.

Sulla stessa lunghezza d'onda anche i colleghi dell'Alpenverein, come dimostrano le dichiarazioni del direttore Gislar Sulzenbacher. «É vero, non abbiamo ancora deciso nulla». Contando tutte le varie tasse, Imu-Imi compresa, le due associazioni alpinistiche dovrebbero mettere in conto un esborso aggiuntivo di circa 30 mila euro. Gli affitti oscillano dai 1.630 euro all'anno del Berglhütte sullo Stelvio ai 41.400 euro del Regensbürgerhütte a Santa Cristina. Con queste premesse è facile presupporre che il primo bando possa andare deserto. Con la possibilità, poi, di trattare con la Provincia e rinegoziare affitti e tasse accessorie. Per il bene della montagna. Ora si attende il rientro dalle vacanze del presidente dell'Avs Georg Simeoni per fare una valutazione complessiva e dare una risposta definitiva.

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