Rifugi: così cambierà la gestione dal 2016

Firmata, ieri, l’intesa tra la Provincia e i presidenti di Cai e Avs che diventano consulenti per l’elaborazione dei bandi



BOLZANO. Annunciata nei giorni scorsi, l’intesa tra Provincia, Cai e Avs è stata firmata ieri dal presidente della Provincia Arno Kompatscher e dai presidenti dei due Club alpini, Claudio Sartori e Georg Simeoni. Si risolve così, con quello che è stato definito un “buon compromesso”, una vicenda complessa, caratterizzata da polemiche con forti implicazioni etniche.

La premessa è che nel 2011 la Provincia è diventata proprietaria - dopo il passaggio dallo Stato - di 25 rifugi, gestiti dal Cai, a questi si è aggiunto il Cima Fiammante che è stato acquistato. Si era pensato ad una società unica, formata da Cai e Avs, che gestisse tutti i rifugi, ma la gara, bandita lo scorso anno, era andata deserta: i due Club avevano consegnato una busta bianca, ritenendo le condizioni poste troppo onerose . Di qui l’individuazione di una soluzione diversa: Cai e Avs non gestiranno i rifugi, ma, in considerazione delle competenze, avranno il ruolo di consulenti della giunta per l’elaborazione dei bandi. Le concessioni sono in scadenza: si partirà con il nuovo sistema di gestione nel 2016-2017. La convenzione prevede tra l'altro la costituzione di un comitato paritetico di cui faranno parte i presidenti di Cai e Avs, nonché i direttori degli Uffici provinciali manutenzione edile e geologia. L’organismo elaborerà la lista degli interventi di manutenzione per i vari rifugi. Sono stati stanziati 3,2 milioni per i lavori. La collaborazione ha una prima durata di due anni e comprende anche la consulenza per il monitoraggio dei rifugi da parte dei due Club nel primo periodo dopo il rilascio delle nuove concessioni. Per quest’attività percepiranno un indennizzo per i due anni di 40 mila euro, suddivisi in base alle strutture monitorate da ciascuna organizzazione. L'affitto dei rifugi avrà invece una durata maggiore. Per quanto riguarda poi la segnaletica sui sentieri di montagna che in molte zone è solo in tedesco, nonostante lo Statuto preveda che sia in entrambe le lingue, Kompatscher ha assicurato che in autunno verrà modificata la legge provinciale sulla base degli accordi sottoscritti da Durnwalder prima con il ministro Fitto e poi con Delrio. Quindi si dovrebbe provvedere a ripristinare il bilinguismo sui sentieri di montagna, non dappertutto però.













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