Rifugi, il caso al governo Delrio: vicenda grave

Michaela Biancofiore: «Sgarbo della Svp, va ritirato l’accordo sui cartelli» Messaggio del ministro alla sottosegretaria: voglio approfondire



BOLZANO. La mozione contro i nomi italiani dei rifugi si sta trasformando in un boomerang. Non è piaciuto al ministro degli Affari regionali Graziano Delrio il documento approvato in consiglio provinciale con i voti della Svp e della destra tedesca. «Una vicenda molto grave, che approfondiremo», è stato il commento di Delrio. Si tratta di un messaggio inviato dal ministro a Michaela Biancofiore (Pdl). È la prima risposta di Delrio alla sottosegretaria, che ieri ha contattato il ministro del Pd e il vicepremier Angelino Alfano (Pdl), invitandoli a ritirare l’accordo Delrio-Durnwalder sulla segnaletica di montagna. «Non ci sono le condizioni per proseguire», accusa Michaela Biancofiore, «la mozione dimostra la reale essenza della Svp».

Il presidente provinciale Luis Durnwalder mercoledì scorso in consiglio provinciale si era dichiarato d’accordo con le proposte di Sven Knoll (Stf), invitando però a non votare la mozione, «Perché sarebbe controproducente». Poi ha cambiato idea e la Svp ha detto sì.

Le conseguenze pronosticate da Durnwalder sono puntualmente arrivate. Non c’è solo la rabbia di Michaela Biancofiore, c’è l’irritazione di Delrio, riferita dalla stessa sottosegretaria: «Ho inviato il materiale su quella mozione al ministro e sono felice che mi abbia risposto giudicando grave quanto accaduto. Ho sollecitato anche il Commissariato del governo, che del resto già stava monitorando la situazione». A questo punto, aggiunge, due sono le azioni conseguenti: «Ritirare l’accordo sulla segnaletica e assolutamente non rinviare l’udienza dell’8 ottobre della Corte Costituzionale, che esaminerà la legge provinciale sulla toponomastica: che la legge segua il suo destino e venga bocciata».

La mozione, che ha provocato una reazione unanime di Cai, Pd, Sel e centrodestra, impegna la giunta provinciale a cancellare «nomi fascisti» ed esposizione del tricolore dai rifugi di proprietà provinciale.

Questa la presa di posizione di Michaela Biancofiore: «Ancora una volta la Svp per inseguire elettoralmente l’estrema destra tedesca tradisce la lettera e lo spirito dell’accordo Delrio-Durnwalder, finalizzato non solo al ripristino della toponomastica bilingue ma al rispetto della lettera dello Statuto d’Autonomia, della Costituzione e alla salvaguardia di una vera convivenza. Durnwalder si sarebbe dovuto comportare da buon padre di famiglia, specie quando lascia una terra sicuramente ben amministrata ma che ancora stenta ad essere Europea e superare gli steccati etnici». La Svp, accusa Michaela Biancofiore, «non si è resa conto di avere stufato tutti con favoritismi e privilegi tipo quello della straniera Marie Måwe e con costanti violazioni di patti che non mantiene mai. Oggi stesso, alla luce dell’ennesima inutile e superflua provocazione sui rifugi di montagna passati alla provincia e “ripuliti etnicamente” chiederò al ministro Delrio e al ministro dell’Interno Angelino Alfano di ritirare la firma dall’accordo e di far immediatamente ripristinare dagli alpini tutti i cartelli di montagna in italiano e in tedesco e se fosse possibile anche nella lingua mondiale, l’inglese».

La tensione si alza e al Cai ne sono testimoni. L’altro giorno è arrivata in sede una lettera anonima in cui si accusa l’associazione di essersi «impossessata dei nostri rifugi». Rifugi, si legge, «che sono stati rubati al nostro popolo sudtirolese e sono stati regalati a voi Cai». Nessun italiano, scrive l’anonimo, si è mai perso in montagna anche se i cartelli sono solo in tedesco, eppure «ogni anno tanti italiani vengono a rubare i nidi di uccelli e i nostri funghi». Il presidente del Cai Giuseppe Broggi è scoraggiato: «E poi si parla di convivenza. A forza di alzare la tensione gli italiani sono diventati un branco di ladri... Speriamo che la politica rifletta». (fr.g.)

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