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Rifugio Antermoia, Giambisi ha passato il testimone a Riz

Grande emozione sul Catinaccio per il cambio dopo 26 anni. L'edificio è stato completamente rinnovato



VAL DI FASSA. Non capita tutti i giorni di assistere al passaggio del testimone in un rifugio d’alta quota. Nel caso dell’Antermoia, per dire, è capitato due volte appena nel giro di quasi settant’anni: nel 1990 Elmar Lorenz lasciò il rifugio alla guida alpina Almo Giambisi dopo 43 di gestione ininterrotta della sua famiglia e nei giorni scorsi è stato Giambisi, con una certa commozione, a consegnare le chiavi a Martin Riz, 37 anni, guida alpina pure lui e soccorritore alpino di Campitello di Fassa. Infine sabato 17 giugno, a partire dalle 10, l’apertura ufficiale della stagione estiva in questo rifugio realizzato ormai più di cent’anni fa ai piedi del Catinaccio e rimesso completamente a nuovo dalla Sat (proprietaria della struttura) con un intervento radicale che ha richiesto due stagioni di lavori ed è costato circa 1 milione e 700 mila euro. Le dotazioni tecnologiche ora sono all’avanguardia, ma il fascino di questo rifugio da 60 posti letto è rimasto quello di inizio Novecento, quando venne realizzato dal Club Alpino austro-tedesco.


All’appello della Sat per gestire l’Antermoia avevano risposto più di cento candidati, ma alla fine l’ha spuntata Martin Riz, la terza guida alpina della sua famiglia dopo il nonno Luigi e il padre Silvio, che affronterà quest’avventura con la moglie e i due giovani figli che - di tanto in tanto - trascorreranno qualche settimana in quota.

Una storia, la sua, da sempre intrecciata con le montagne della valle di Fassa, dove il padre lo portava fin da quando era bambino. La montagna gli ha dato molto, ma gli ha anche preso molto: a partire dagli amici che Martin Riz perse la sera del 26 dicembre 2009 scendendo lungo la val Lasties durante la missione di soccorso che segnò per sempre la storia della valle di Fassa. Morirono in quattro sotto una valanga e Martin - che per quell’episodio ha ricevuto la medaglia d’oro al valore civile - maturò un approccio nuovo nei confronti della montagna: non solo le competizioni di scialpinismo (è campione mondiale), non solo le discese mozzafiato, sci ai piedi, negli stretti canali delle Dolomiti, ma anche la volontà di far conoscere le montagne agli altri, soprattutto i più giovani. Questo è il suo obiettivo alla guida del Rifugio Antermoia.

Nei giorni scorsi lassù a 2.400 metri di quota c’è stato il «passaggio del testimone». Il Trentino c’era, per raccontare (anche con un video) questo momento storico che è stato molto emozionante, perché un rifugio diventa la tua casa dopo 26 anni. Tanti ne ha trascorsi lassù Giambisi, fino alla soglia dei suoi 80 anni. E non è stato facile passare il testimone dopo una vita trascorsa in mezzo alla bellezza.













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