siccità

Rio Fago quasi a secco: pochissima acqua e pesci morti

La cascata non esiste quasi più, torrentello largo pochi decimetri. E il fiume Adige è sotto del 30% rispetto alla media di lungo periodo per l’inizio della primavera

IL CLIMATOLOGO. "Inutile potenziare i comprensori sciistici e spingere sull'innevamento artificiale"



BOLZANO. Il fiume Adige è sotto del trenta percento rispetto alla media di lungo periodo per l’inizio della primavera (che per i meteorologi inizia il primo di marzo). Pure l’Isarco e il Talvera, anche all’occhio dei profani, paiono decisamente sottotono. Il fenomeno però si nota in maniera forte anche negli immissari più piccoli. Un caso eclatante riguarda il Rio Fago: in questi giorni è ridotto ad un rigagnolo, che a malapena si nota.

Niente precipitazioni da mesi, in particolare non nevica e quindi in quota i serbatoi idrici naturali, costituiti dalla neve che in questo periodo di norma comincia a sciogliersi rilasciando gradualmente notevoli quantità di acqua, sono decisamente sottotono. Sottotono anche i bacini artificiali, non soltanto quelli dell’idroelettrico, ma pure molti dei serbatoi realizzati per l’innevamento artificiale, sui quali molto contano anche i rifugi alpini, che nella prossima stagione estiva si teme possano rimanere a secco, specie quelli in prossimità delle vette, senza un bacino collettore di dimensioni decenti per poter alimentare le sorgenti più vicine.

Al momento l’agricoltura ancora resiste, perché le acque di falda, specie in fondovalle, sono abbondanti come da tradizione. Ma se non piove saranno guai, specie in quota. Notevole la scarsità idrica in val Venosta, acuita dalle elevate temperature di febbraio e dai venti che storicamente battono il fondovalle dell’Adige. Ma la carenza idrica può essere toccata con mano anche da parte dei bolzanini. È sufficiente farsi un giro all’imbocco della strada per San Genesio, dove parte la passeggiata del Guncina. In via Miramonti, in zona torre di Druso, il greto del rio Fago è sommerso dalla vegetazione secca, e se anche ci si sporge a cercare l’acqua o si tenta di udire sciabordii e gorgoglii, si rimane piuttosto delusi. Una striscetta di poche decine di centimetri di acqua che serpeggia cercando i punti di maggior resistenza per potersene scendere a valle. La cascata in alto, oltre il viadotto, è quasi inesistente. E un nostro lettore, il signor Ferrigato, ci ha girato una foto. È un poco sfuocata, ma si nota una trota, in una pozzetta d’acqua. Sta annaspando, ma non le rimane più molto da vivere.

 













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