Rissa al Ca’ de Bezzi, feriti cinque giovani

L’aggressione partita da alcuni nordafricani sorpresi a rubare dei portafogli Per fuggire hanno lanciato bottiglie e bicchieri: 35 punti in testa a un ragazzo


di Susanna Petrone


BOLZANO. Cinque feriti e un gruppo di picchiatori ancora a piede libero: questo il bilancio della maxi-rissa scoppiata venerdì sera alle 23, all’interno del Ca’ de Bezzi. Le persone coinvolte, giovani tra i 20 e i 25 anni, hanno riportato profonde ferite da taglio al volto. Gli autori? Alcuni giovani nordafricani che però sono riusciti a sfuggire alle forze dell’ordine. Dovrebbe trattarsi dello stesso gruppo, che dieci giorni fa ha seminato il panico in piazza delle Erbe.

Il racconto. Venerdì sera, il “Batzenhäusl” di via Andreas Hofer era strapieno di ragazzi. C’erano gruppi di persone che mangiavano ai tavoli e altri che si spostavano dal Sudwerk al giardino interno, bevendo vin brulé e facendo due chiacchiere. A un certo punto, però, sono entrati quattro stranieri che fin dal primo istante hanno provocato le cameriere e i clienti del locale. Erano tutti visibilmente alterati. «Si sedevano ai tavoli e importunavano le ragazze», racconta una delle vittime.

«Spintonavano le gente - racconta un altro testimone, Aaron di 23 anni -. Uno ha chiesto se avevamo da accendere, abbiamo fatto finita di niente. Il tizio ha alzato la voce, ma poi si è allontanato». All’interno del locale, la situazione è tesa ma, tutto sommato, ancora sotto controllo. Ma nel giro di un quarto d’ora scatta la scintilla quando il gruppetto tenta di rubare dei portafogli.

La rissa. «È scoppiato l’inferno. Mai visto una cosa simile», racconta un testimone oculare. Qualcuno nota uno dei ragazzi magrebini infilare la mano nella giacca di un cliente. C’è chi urla: «Hey, quello è un ladro. Fermatelo». I clienti tentano di fermarli, ma la reazioni dei ragazzi stranieri è brutale.

Iniziano a sfasciare le sedie, lanciandole contro gli avventori del locale. Prendono bottiglie, bicchieri: continuano il lancio, e picchiano chiunque gli capiti a tiro.

«Non avevano nulla da perdere, per loro era uno spasso, un divertimento - racconta una delle vittime -. Io mi ero allontanato un secondo per prendere del vin brulé. Sono tornato che avevo il volto coperto di sangue. Sono stato colpito da un bicchiere di vetro. Ho perso i sensi e sono finito sul pavimento del locale. Ricordo solo che i miei amici mi hanno tirato su. Sono stato trascinato fuori. Poi mi hanno portato in ambulanza in ospedale: dieci punti alla fronte. Eravamo in cinque al pronto soccorso. Tutti con tagli al volto e alla testa». Un altro giovane bolzanino ha lasciato l’ospedale con 35 punti alla testa. A tutti rimarrà una cicatrice, come “ricordo” della serata. «Quando li abbiamo visti abbiamo capito che sarebbe scoppiato il caos - prosegue il bolzanino -. Un mio amico si è girato e mi ha detto: “Questi tra cinque minuti iniziano a sfasciare tutto”. Ed è quello che è successo. Volavano calci e pugni, sedie e bottiglie. Le persone urlavano. C’era chi tentava di fermare il gruppo di stranieri, chi invece cadeva a terra. C’era chi non riusciva più a respirare e chi aveva il volto pieno di sangue. E quei tizi? Si divertivano. Sono riusciti a scappare e prima di fuggire hanno lanciato da fuori alcune bottiglie nel giardino interno. Un altro ragazzo è rimasto ferito».

L’indagine. Sul posto sono arrivati subito gli agenti della squadra Mobile, coordinati da Giuseppe Tricarico. Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire la dinamica dell’accaduto. Stanno visionando alcune immagini delle telecamere di videosorveglianza. Le vittime hanno presentato denuncia contro ignoti per lesioni personali. Sconvolto il proprietario del locale Bobo Widmann: «Quello che è successo stasera (venerdì sera, ndr) non è davvero accettabile».

Intanto, c’è chi chiede che anche a Bolzano vengano utilizzate le spy-cam. I carabinieri, infatti, sono riusciti a identificare alcuni autori di risse e atti vandalici proprio grazie ad esse. Un sistema, che la stessa Procura ha utilizzato per fermare le aggressioni nei luoghi di ritrovo dei giovani.

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