IL CASO

Roma sommersa dai rifiuti, la Raggi vuole spedirli a Bolzano

La replica di Ecocenter: «Non se ne parla: i 5 Stelle sono contrari ai termovalorizzatori, ma poi quello che producono lo esportano»



BOLZANO. «La risposta è no: il nostro inceneritore non brucerà i rifiuti prodotti nella capitale. Anche perché l’impianto, che ha sia le tariffe che le emissioni più basse, è stato costruito solo per rispondere alle esigenze della nostra comunità. E comunque è troppo comodo: i Cinque stelle che governano la capitale non vogliono neppur sentir parlare di inceneritori, ma poi i rifiuti li esportano e pagano fior di quattrini per bruciali a Reggio Emilia, a Brescia, in Austria, in Germania, in Portogallo».

Stefano Fattor, presidente di Ecocenter, risponde così, senza troppi giri di parole, alla richiesta inviata da Roma ai gestori dei termovalorizzatori distribuiti sul territorio nazionale e quindi anche a Bolzano. La richiesta urgente arriva dall’impresa associata Ama Roma ed è indirizzata ad Utilitalia, la federazione che riunisce le Aziende operanti nei servizi pubblici dell'acqua, dell'ambiente, dell'energia elettrica e del gas e quindi anche Ecocenter.

«La cosa assurda - dice il presidente di Ecocenter - è che a Roma hanno oltre un milione di tonnellate di rifiuti accumulate in capannoni. Se fosse di bruciarli a Bolzano, ci vorrebbero nove anni per eliminarli. La situazione si è aggravata nel Lazio come in Campania e in Sicilia da quando, dal 2017, la Cina non prende più gli scarti della raccolta differenziata. I rifiuti si accumulano dentro i depositi e poi capita che ogni tanto prendano fuoco. Ci sono stati circa 300 roghi negli ultimi due anni. Si calcola che un rogo di 16 mila tonnellate di plastica come quelli recenti di Roma o Quarto Oggiaro produca la stessa diossina di tutti i 40 inceneritori italiani in 2500 anni»













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