la vertenza nei trasporti 

Sad, lasciano in 100 Settimo sciopero contro la dirigenza 

BOLZANO. Gomma oltre 90%, ferro 55%. Queste le percentuali di adesione allo sciopero generale di ieri dei dipendenti della Sad, almeno secondo i sindacati. Si tratta del settimo sciopero di fila,...



BOLZANO. Gomma oltre 90%, ferro 55%. Queste le percentuali di adesione allo sciopero generale di ieri dei dipendenti della Sad, almeno secondo i sindacati. Si tratta del settimo sciopero di fila, dopo la rescissione unilaterale del contratto di secondo livello da parte della dirigenza della società provinciale di trasporti. Inutili i due tentativi di conciliazione al commissariato del governo. Scioperi pesanti per gli utenti del servizio, con i quali i sindacalisti e i lavoratori si scusano, ma pesanti, per il clima creatosi e la conseguente decurtazione salariale, anche per gli stessi autisti e macchinisti. E non sono soltanto parole, perché in questi mesi si sta evidenziando un fenomeno che, a ben vedere, ha dell’incredibile, perché solo fino a qualche anno fa nessuno avrebbe immaginato di lasciare il posto pubblico, fisso. Secondo quanto riferisce il sindacalista Uil Artan Mullaymeri, almeno cento dipendenti hanno lasciato Sad. Si tratta sia di autisti sia di macchinisti. «Gli autisti dei bus hanno cercato condizioni di lavoro migliori o all’estero o in Sasa o presso altre ditte affiliate a Libus, il consorzio di concessionari di linea in Alto Adige. Per quanto riguarda il settore ferro, ci si è rivolti a Rete ferroviaria italiana». Impossibile da sostenere il cosiddetto nastro lavorativo fino a quindici ore giornaliere. Impossibile da sostenere un orario di guida di dieci ore. Ne va soprattutto della sicurezza e della vita dei passeggeri, spiegano i sindacati. Inutili fino ad ora tutti i tentativi di conciliazione e di incontro. Mullaymeri ieri ha invitato a un confronto pubblico in tv o altrove l’amministratore delegato di Sad Ingomar Gatterer, «per chiarire con i cittadini come stiano le cose». (da.pa)

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